Il sogno unisce Cyrano de Bergerac e Arturo Cirillo

Angela Matassa

E’ come entrare in un sogno di Arturo Cirillo. Assistendo alla messinscena del suo Cyrano de Bergerac, al Teatro Mercadante di Napoli, sembra di trovarsi nella mente dell’attore e nella sua visione onirica della celebre e impossibile storia d’amore tra lo spadaccino e la bella Rossana. Da sempre innamorato della cugina, il guascone, autoemarginatosi a causa del suo innominabile enorme Naso, soffre per tutta la vita, pur di non svelare alla fanciulla il suo profondo amore. Tanto grande da fargli prestare talento e, a volte anche la voce, al giovane cadetto Cristiano, di cui Rossana crede di essere amare per la gentilezza delle parole. Inganno che scoprirà troppo tardi, al capezzale del cugino assassinato.

Niente di tradizionale o fedele, ma neanche infedele all’opera di Edmond Rostand, semplicemente diverso e nuovo, il lavoro in cui Cirillo con la sua vulcanica creatività mette in palcoscenico i personaggi. Mescola i nasi dello spadaccino e quello di Pinocchio (pensando a Carmelo Bene), parla di sé, della sua infanzia, cita più volte l’amato Molière, elimina spade e piume bianche, evita il sangue e le ferite soltanto enunciate, combatte duelli di parole sempre in versi, con i suoi avversari di corteggiamento.

Rosario Giglio, Giulia Trippetta, Arturo Cirillo, Giacomo Vigentini, Valentina Picello (foto Tommaso Le Pera)

Una scenografia strepitosa, ricca di colori, con pedana girevole (di Dario Gessati),costumi scintillanti (di Gianluca Falaschi), canzoni e movimenti da varietà italiano. Pare che Cirillo faccia esplodere tutta la sua fantasia, l’immaginario, l’allegria, trasformando in show la tragedia dell’amore dolente.

Tutti all’altezza gli interpreti (con lui, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Valentina Picello, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini), impeccabile la regia, rinnovate le musiche del primo musical di Modugno riarrangiate dal maestro Federico Odling e nuove canzoni, scelte dall’attore-regista Cirillo.

Una nuova pirotecnica messinscena, in cui l’artista trasfonde la sua passione per il teatro, per la cultura e, soprattutto, per il palcoscenico. Uno spettacolo davvero godibile, oltre la fine, quando tra lo scroscio di applausi, gli attori, Cirillo in primis, saltano, giravoltano, scherzano tra le poltrone.

 

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