IL SONNO VERTICALE DI IVAN

Maresa Galli

Al teatro Il Primo di Napoli, Angela Sales è autrice/regista de Il sonno verticale di Ivan. L’associazione Teatro Quarta Parete presenta il testo tratto da “La strana vita di Ivan Osokin”, di P.D. Uspenskij con Danilo Rovani, Giuseppe Gavazzi, Roberta Astuti. Un lavoro filosofico che mostra come l’uomo sia incline a ricadere sempre negli stessi errori.

Esistono dunque il fato, il destino ineluttabile, l’impossibilità del libero arbitrio? Ivan Osokin ha commesso molti errori che lo hanno condotto alla solitudine, dopo aver perso l’adorata madre, la donna che amava senza esserne cosciente, se stesso. Ivan scrive lettere a Zinadaia, ma poi le getta, per poi riscriverle e ritenere che tutto sia inutile. “Qualcosa si è rotto in me”, penserà ormai vinto dall’incapacità di mutare sia pure un minimo evento. Dopo che la cara madre è morta, forse di crepacuore per colpa della sua negligenza e ostinazione, fallisce gli altri obiettivi. E’ un vinto, che trascina la sua esistenza stancamente, con rassegnazione – a che serve cambiare le carte in tavola quando tutto ormai è scritto? All’improvviso lo stesso destino gli offre la possibilità di mutare il futuro: l’incontro con un mago che lo riporta alla giovane età, quella delle scelte. Ma Ivan perderà ancora la borsa di studio, recherà dispiacere alla madre, alla donna che ama, a se stesso affogando nei debiti e continuando il viaggio come in un sogno per il quale non si è responsabili. Per comprendere il testo bisogna avere a mente la filosofia dell’autore, Pëtr Demianovič Uspenskij, capace di un’acuta ricerca psicoanalitica, teosofica e mistica. Fondamentale per l’autore moscovita l’incontro con il mistico greco armeno Georges Ivanovič Gurdjieff. Nei suoi testi sono presenti la ricerca della quarta dimensione (il tempo), la ricerca della “grande conoscenza”, la ricerca di sé. Ivan si perderà ma ancora gli verrà offerta un’occasione (Uspenskij e il suo maestro giunsero alla rottura) per risvegliarsi, purché sia disposto ad impiegare la scienza segreta… Il “male consapevole” per Uspenskji è sonno, passività ai quali possiamo/dobbiamo reagire. Se l’uomo è piccola parte di un disegno più ampio, possiede tuttavia innate possibilità donategli dalla natura. Sta a lui scoprirle e inverarle.

 

 

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