“La gelosia esiste dal momento che la si nomina, poi come un tarlo, come una frase musicale continuamente ripetuta, non ti abbandona più”. Da qui parte Arturo Cirillo per la sua messinscena di Otello, la tragedia shakesperiana in programma al teatro San Ferdinando di Napoli.
“Otello – continua l’attore-regista che veste i panni di Jago – è la tragedia della parola. Tutto nasce da un racconto, quello di Otello a Brabanzio e poi a Desdemona.
La parola inventa i luoghi, costruisce i sentimenti, determina l’agire dei personaggi. Tutto avviene tra pochi individui che, dentro un luogo limitato sia geograficamente che mentalmente, si confrontano ossessivamente. Qui, il gioco innescato da Jago trova già tutti pronti, come se non aspettassero altro. Bastano poche parole e la macchina si mette in moto”.
Sulla scena, una grande struttura girevole, che diviene camera da letto, campo di sfida, luogo di agguati mortali, strada, si muovono i protagonisti Monica Piseddu (desdemona), Danilo Nigrelli (Otello), Michelangelo Dalisi (Cassio).