Il tribunale come un labirinto

Maresa Galli

Lo Stabile di Napoli-Teatro Nazionale presenta, dal 7 al 17 febbraio 2019 al Teatro San Ferdinando, in prima nazionale, la sua nuova produzione: Assunta Spina, il dramma di Salvatore Di Giacomo del 1909 che andò in scena la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli nello stesso anno. Firma la regia Pino Carbone, con Chiara Baffi protagonista.

La forza di un grande artista, per dirla con Antonio Ghirelli, sta nella capacità di trascendere il proprio tempo dopo averne assimilato i succhi più genuini. La poetica di Salvatore Di Giacomo rappresenta l’ultimo soprassalto di una grande cultura come quella napoletana, rivissuta in tutto il suo spessore storico e sentimentale, non solo dal poeta ma anche dal narratore, dal drammaturgo, dall’erudito. Di Giacomo, pur attento ai comportamenti della piccola borghesia napoletana, aspirava ad un ritorno al glorioso passato della città. Di Giacomo scrive una sorta di dramma popolare e corale che lega il destino dei personaggi alla realtà che li circonda. Personaggio istintivo, passionale, contraddittorio, Assunta Spina è una delle figure più coinvolgenti della drammaturgia italiana del ‘900. Raccontata a teatro, al cinema, alla radio, alla televisione, all’Opera, rivive oggi nella regia di Pino Carbone che spiega: “Mi hanno affascinato del testo la passione, la violenza, il senso di pericolo costante, la tensione che possa esplodere sempre la violenza trattenuta. Assunta possiede una personalità troppo forte, mentre l’ambiente sociale è troppo stretto. Come scenografia ho immaginato una gabbia per contenere animali in cattività. Voglio offrire la visione di uno spazio sempre aperto, una vetrina sotto gli occhi di tutti, come è la vicenda privata e insieme pubblica, un parallelo con la città di Napoli che deve sempre dimostrare qualcosa – un bene e insieme una gabbia. L’ho immaginata come un’opera lirica. Le scene di Luigi Ferrigno danno un senso di claustrofobia e insieme i costumi, i colori sono un’esplosione. Un dipinto creano le luci di Cesare Accetta”.

Il testo racchiude alcuni temi tipici della tragedia classica, in cui i personaggi vivono e agiscono animati da forti passioni ma, sullo sfondo, è ben visibile una società caratterizzata da elementi classisti e maschilisti. Non a caso la storia ha inizio in un tribunale, dove una serie di personaggi si agitano smarriti come in un labirinto. Chiara Baffi, felice di interpretare un personaggio così forte, impersonato dalle più grandi attrici drammatiche italiane, da Francesca Bertini ad Anna Magnani, afferma che “lo spettacolo ha molto da regalare a chi lo vedrà a teatro”.

Il cast è composto da Chiara Baffi (Assunta Spina), Alessandra Borgia (Donna Emilia Forcinella), Anna Carla Broegg (Filumena e Michelina), Valentina Curatoli (Epaminonda Pesce e Olimpia), Renato De Simone (Guardia Sante Marcuso), Claudio Di Palma (Michele Boccadifuoco), Francesca Muoio (Donna Concetta e Ernestina), Alfonso Postiglione (Federigo Funelli), Rita Russo (Tina Bouquet e Rachele). I costumi sono di Annamaria Morelli; le musiche di Marco Messina e Sacha Ricci.

In occasione delle rappresentazioni di Assunta Spina, per il ciclo di appuntamenti Verso Antigone, martedì 12 febbraio, alle 17 al Teatro San Ferdinando si terrà l’incontro dal titolo Un alto e confuso vocio. Il teatro della giustizia in Assunta Spina (e dintorni), con interventi di Federico Cafiero de Raho, Alessandro Barbano, Vincenzo Maiello, Vincenzo Piscitelli, Luca De Fusco. Interviene il regista Pino Carbone; modera Gennaro Carillo.

 

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