Interpreta il ruolo della maestra Lucia nello spettacolo L’arte della commedia di Eduardo De Filippo, nell’elaborazione firmata dal regista Fausto Russo Alesi, in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli dal 16 al 26 febbraio 2023.
Imma Villa, attrice poliedrica, interprete di teatro, televisione e cinema, torna a recitare sotto le guida dell’attore-regista siciliano.

Imma, un nuovo felice incontro.
“Dopo la messinscena de L’abito nuovo, si chiude il cerchio eduardiano con questo nuovo lavoro, ma con Fausto ho lavorato anche in Fedra e poi in Regina madre di Santanelli”.
Ha interpretato tanti ruoli, come lo sente questo?
“Ne sono entusiasta, il regista non vuole una maestrina giovane, ma una donna matura, coscienziosa che ha voglia di insegnare in questo paesino di montagna dove non manca il freddo. Quindi me lo sento bene addosso. Inoltre, sono l’unica donna in compagnia, l’altro personaggio femminile (la Palmira) è interpretato da un uomo, secondo lo stile di Alesi, che ha messo insieme attori completamente diversi tra di loro, indipendenti, che si industriano per lavorare in questo difficile momento. Con noi tanti giovani talenti”.
Questa commedia è considerata il manifesto di Eduardo, un testo fortemente polemico e politico. Tratta temi che lei condivide e vive da sempre.
“Sì, è così. E’ un testo del 1964, considerato fastidioso quindi poco rappresentato. Esprime le istanze dei teatranti che, come scriveva lui sono in cerca “non di autore, ma di autorità”. Le cose non sono cambiate purtroppo e ancora ne parliamo. E ripensiamo al freddo eduardiano, il gelo metaforico che ci attanaglia nei momenti di crisi.
E’ la prima volta, inoltre, che recito al San Ferdinando. Mi emoziono davanti al camerino di Eduardo e sento vivo il rammarico di non aver conosciuto né lui né Luca”.

Lei ha costruito una bella carriera, cominciando giovanissima. Come sono nate le sue scelte?
“Devo ringraziare Carlo Cerciello, l’incontro con lui è stato fondamentale per la vita e per la professione. Ci uniscono l’amore per l’arte e per un certo tipo di teatro, che abbiamo realizzato in tanti anni insieme. L’altra persona cui sono grata è Natalia Di Iorio che, rimasta colpita dalla messinscena di “Scannasurice”, mi segue da allora. La forza me la danno loro”.
Di quali progetti vogliamo parlare?

“Nell’autunno prossimo uscirà la serie di Pippo Mezzapesa “Avetrana-Qui non è Hollywood”, io sarò la madre di Sarah Scazzi. E’ una storia cupa che ci ha preso dentro, che ci ha fatto soffrire. Inoltre, il dialetto della zona è difficile e ho dovuto studiarlo con attenzione. Per il cinema sono nel cast con Isabella Ragonese di “Come pecore in mezzo ai lupi”, diretto da Lyda Patitucci e nel film “Il bambino nascosto” di Roberto Andò”.
Sembra quasi un fenomeno del momento il fatto che tanti attori napoletani siano venuti alla ribalta tutti insieme. Che ne pensa?
“Ho sempre ritenuto che gli artisti campani e, direi del Sud, abbiano una marcia in più. Forse è la sofferenza che dà una spinta maggiore. Ricordo che Carlo, spesso mi diceva di pensare in napoletano anche quando recitavo in italiano”.
Oggi, che rapporto ha con il Teatro Elicantropo, che ha fondato con Cerciello?
“Dopo ventotto anni, è ancora il luogo magico dove mi reco per ritemprarmi e recuperare energia. Ne esco sempre più forte”.