Torna a Shakespeare Rosario Sparno, dopo la fortunata tournée de La tempesta. “Sono contento. – dice – Ora lo spettacolo è loro e del pubblico”. Loro, sono gli attori, che offrono agli spettatori il risultato del lavoro della compagnia. Per il regista, Sogno da una notte di mezza estate, è infatti un omaggio al mondo del Teatro e ai suoi operatori. In scena Gennaro Apicella, Angelica Bifano, Luca Iervolino, Lukas Lizama e Biagio Musella recitano, intonano canti, danzano. Dal 12 al 16 aprile 2023 alla Sala Assoli di Napoli, che lo produce. “Il sogno” è un’opera molto rappresentata in ogni forma d’arte, un classico, che rende contemporanea qualsiasi edizione si pensi di realizzarne.
Sparno, la sua è un’affermazione generosa. Il regista, in fondo firma lo spettacolo.
“Non la vedo così. Il lavoro lo facciamo insieme e appartiene a tutti da subito. Ci confrontiamo, ci scambiamo idee, ci scontriamo, e questo testo è proprio il più adatto, a rendere l’idea”.
Perché?
“Perché nell’opera originale si parla di attori, di guitti, di operai che diventano personaggi. Shakespeare stesso, da quel maestro che è, ha disegnato queste figure nei minimi dettagli, non bisogna inventare nulla di nuovo. E come sarebbe possibile, del resto. Nell’azione i protagonisti sono proprio gli attori che si confrontano, inventano, trovano soluzioni. Ciò che si vedrà in scena è tutto scritto da lui”.
Il regista che fa in questo caso?
“A me piace soprattutto fare l’adattamento. Il mio lavoro è quello di restare fedele alla lingua, perché è il linguaggio a fare l’autore, non il plot. Uso la materia per la drammatizzazione e la lingua per veicolare la storia. In questo caso, il focus è sul mondo dello spettacolo, ed è politico, nel senso puro della parola: un gruppo di persone si unisce e crea insieme”.

E’ questo il Sogno?
“Il sogno è l’attraversamento del palcoscenico, è il racconto offerto al pubblico. Il guitto, magnificamente disegnato dal Bardo, fa da tramite tra chi guarda, e il mondo magico nel quale lo trasporta”.
Per rendere questo tramite come ha immaginato la scenografia?
“Sono state tolte le poltrone della Sala Assoli e il pubblico siede con gli attori. E’ con loro, ma vede anche gli altri spettatori, perché sono dappertutto. E’ una sorta di metateatro, in cui le persone partecipano a quel che fa la compagnia. Ritengo quello dell’attore un lavoro segreto, perché chi fruisce non può immaginare che impegno c’è dietro. Gli attori ci conducono per mano attraverso il buio, ci danno il coraggio di attraversare la notte, ci invitano a sognare con loro, per un breve ma significativo lasso di tempo”.
Cinque protagonisti
“Magnifici. Ma non solo loro: anche il palcoscenico lo è, con tutti i suoi elementi tecnici, le tavole di legno, le luci, le cantinelle e il resto”.