Incontri nel carcere

Angela Matassa

Racconta uno spaccato insolito della realtà carceraria Colloqui, lo spettacolo in scena fino al 10 aprile al teatro Galleria Toledo e dal 14 al 17 alla Sala Molière di Napoli. Il monologo, scritto e diretto da Domenico Ciruzzi, vede protagonista Antonella Stefanucci. “Sono Angelina, – spiega l’attrice, che torna in palcoscenico dopo qualche anno  moglie di un detenuto, che ogni settimana va in visita nel carcere dov’è rinchiuso. E’ una donna dolente, semplice, gentile, sottomessa, fuori da ogni stereotipo che vuole mogli e compagne quasi sempre complici nei reati. Invece non è aggressiva, è spaesata, spiazzata, nella sua semplicità e ignoranza diventa comica, spezzando il tragico della situazione”.

Due ambienti: la casa dove si prepara per il “rito” e il parlatorio dove incontrerà il suo uomo al quale racconterà di sé e dei figli. “E’ una perdente socialmente, – continua la Stefanucci – però lotta per mantenere unito il nucleo familiare”. Lo spettacolo è in napoletano, ma rappresenta una realtà universale. “L’azione si potrebbe svolgere allo stesso modo in qualsiasi città del Sud, – commenta Ciruzzi, avvocato e scrittore – in cui mancano politiche sociali ed educative che potrebbero sollevare quest’umanità dolente dal disagio e dalla sofferenza”.

Per accompagnare la storia, l’autore-regista ha scelto musiche melodrammatiche e da film. “Anche le luci sono cinematografiche, proprio per dare un taglio diverso alla messinscena, per ribaltare le situazioni e cercare di dare emozione e attenzione verso persone di cui si parla poco e che non sono i mostri che vediamo nei notiziari. Abbiamo una visione della realtà carceraria errata, lo spettacolo vuole essere un riflettore acceso su questi luoghi e su questa gente, abituata a vivere nel degrado quotidiano, ma che non smette di combattere, stretta tra il racconto dei media e le politiche inadempienti dello Stato”.

Dopo il cabaret, il cinema (ha vinto un Napoli film festival), tanta televisione (Capri, Avanzi, Assunta Spina, Moscati), nei panni di Angelina, Antonella Stefanucci torna al teatro  seguendo le sue “corde”. “Questo personaggio è tragicomico, a tratti surreale: per me la chiave giusta. – dice – La popolarità televisiva, la riconoscibilità sono importanti per un attore, ma sento di avere altro da dire, di poter dare un contributo alla sperimentazione, di non fermarmi nel mio percorso di ricerca. E’ un modo per non tradire la mia formazione”. Voi due insieme avete tentato la terza via del cabaret. Com’è andata? “Non come speravamo”, dice Ciruzzi, autore per Silvio Orlando e Il teatro dei Resti negli Anni Settanta. “Purtroppo proprio a Napoli, che ne è la patria, – conclude Antonella Stefanucci – non esiste una comicità d’autore, anzi viene considerata un genere secondario”.

 

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