INCONTRO TRA GENERAZIONI AL TEATHE DE POCHE

Angela Matassa

C’è una nota costante nella programmazione del Thèatre de Poche: la voglia d’incontro tra generazioni. Per la stagione 2010/2011, Peppe Miale, Massimo De Matteo e Sergio De Paola hanno seguito questa linea. Infatti, tra i nove spettacoli in cartellone, spiccano alcune presenze. Lucio Allocca (anch’egli fondatore dello spazio dieci anni fa, volto televisivo ma attore teatrale) presenta “Donne sul filo–monologhi al telefono”, liberamente tratto da Ginzburg e Wesker per Elisabetta D’Acunzo, Daria D’Antonio, Gioia Miale, dirette da Peppe Miale. Dal 5 al 13 febbraio.

Quindi saranno in scena Mario Santella e Patrizio Trampetti, esponenti dell’avanguardia teatrale, testimoni di un’epoca passata, che per esibirsi hanno scelto uno spazio “che ricorda le cantine” degli Anni Settanta. “Mi ero stancato di come andavano le cose. – dichiara Mario Santella, che presenta (dal 17 al 20 febbraio) “Serata d’onore”, liberamente tratto dall’atto unico di Cechov “Calcante, il canto del cigno” – Ho deciso di rimettermi in gioco partendo da qui”. Un vecchio attore, rimane chiuso in teatro dopo una serata in suo onore. La notte e il luogo nudo e gelido, gli permettono di fare un bilancio della sua vita, tra successi e fallimenti. Patrizio Trampetti porta in scena (4-6 marzo) “Il ’68 e poi”, un viaggio nella musica dagli Anni Sessanta ad oggi. “Un ‘come eravamo’ e un  ‘come siamo’, – spiega il musicista – due realtà messe faccia a faccia, generazioni diverse che si confrontano. La forza prorompente della contestazione, che ha cambiato la società in tutti i suoi aspetti. La musica, che ne è stata  parte integrante”. Trampetti e il gruppo “Letti sfatti” eseguiranno canzoni inedite ed “epocali”, dai Beatles a Joan Baez, ai grandi cantautori italiani (Guccini, De Andrè, Ciampi); il tutto inframmezzato da poesie di Allen Ginsberg, Dylan Thomas e Pasolini. Una gran voglia di contatto con gli artisti che hanno vissuto il Sessantotto è espressa dalla generazione dei quarantenni. Ci tiene a precisarlo Antonello Cossia, che ripropone (17-20 marzo) il suo “A testa alta”, storia che racconta “un sogno del cinquantasei”.

Parlano di “necessità” di continuare Peppe Miale e Massimo Di Matteo, che con il Progetto “Zattera” danno la possibilità a molti giovani di cominciare, “traghettandoli” – precisano – verso la professione.

Dopo l’apertura con “Anna Politkovskaja-concerto per voce solitaria” di Ferdinando Maddaloni, si continua (16-19 dicembre) con “L’Orso-variazione in due tempi” di Giuliana Pisano, che ha trasferito i personaggi in un tempo moderno. A gennaio (dal 28 al 30) andrà in scena “Giorni felici” di Samuel Backett, diretto da Stefano Jotti. Giovanni Meola ha adattato il testo di Molière “Le preziose ridicole”.

In programma anche “Viva ‘o Re!” di Angelo d’Ambrosio e Fausto Sesso. Un poeta e un lazzaro, piccolo contrabbandiere del Pallonetto di Santa Lucia, si ritrovano insieme in carcere, pronti per l’impiccagione: scopriranno somiglianze inimmaginabili. Giusy Crescenzo con “Mamme” di Annibale Ruccello; “Ho paura” di e con Marcello Cozzolino e Massimo Petrucci (23-27 marzo).

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