Due luoghi eccezionali della città di Napoli per custodire i nuovi omaggi che Jan Fabre ha tributato alla storia, alla fede e ai simboli eterni partenopei. Per Eusebia e Il numero 85 possono essere ammirati dal grande pubblico rispettivamente presso la Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro al Duomo, e nella Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco. Il 2 marzo 2023 infatti, le opere sono state inaugurate e mostrate in tutta la loro potenza visiva, in special modo per quel che riguarda il mosaico del Duomo.

Per Eusebia è uno splendido pannello mosaicato, composto esclusivamente di corallo rosso del Mar Mediterraneo, il bacino in cui si mossero gli apostoli, i santi e i primi cristiani dell’Impero, diretti il più delle volte verso un destino di martirio e sangue, come nel caso di San Gennaro.
Il rosso del sangue si fonde a quello del magma del Vesuvio, la cui lava fu fermata, secondo la leggenda, dal Santo stesso, nelle fiamme che circondano la splendida mitra, simboli entrambi di quel fuoco ardente che è la fede.
Come splendidi monili bizantini, le gocce del sangue raccolto da Eusebia cadono dalle ampolle realizzate con rametti di corallo, sormontate a loro volta dalle chiavi che consentono di aprire ogni anno la teca che racchiude la reliquia.
Gocce di lava che evocano anche le origini mitologiche del corallo, immaginato come la pietrificazione del sangue di Medusa, la Gorgone uccisa da Perseo, in quel sincretismo di paganesimo e cristianesimo che solo a Napoli è elevato a potenza esponenziale. Piccole stelle marine o forse di un cielo prezioso si stagliano poi sullo sfondo, a ricordare l’origine marina e l’habitat del materiale adoperato.
Fabre è autore anche di un altro gioiello scultoreo, di dimensione più piccola rispetto all’enorme sintesi visiva degli oggetti di culto e dei pezzi del Tesoro, cesellata in onore del Santo.

Il numero 85, che rimanda alle anime del Purgatorio, non è da meno e non poteva trovare sede migliore per la sua esposizione permanente se non presso la Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco, ai Decumani.
Un teschio fatto di roselline di corallo, dai cui lati spuntano e si librano verso l’alto due altissime ali d’angelo, composte da lingue e ramoscelli di corallo, come le fiamme purificatrici di dantesca memoria per le anime in attesa del Paradiso e della vita eterna.
Questa scultura dall’aura mistico-sacrale, quasi metafisica, richiama il teschio marmoreo dell’altare maggiore, scolpito da Dionisio Lazzari nel 1669 sotto la pala d’altare di Massimo Stanzione, e conferma il gusto barocco dell’artista nato ad Anversa, in Belgio.
Per Eusebia e Il numero 85 (con ali d’angelo) sono accompagnate da un catalogo con saggi di Angela Tecce, Melania Rossi (già curatrice dell’allestimento), Marino Niola, Sara Liuzzi, Francesco Imperiali di Francavilla e Francesca Amirante, edito da Electa e realizzato col contributo di Studio Trisorio.