Satira, crisi d’identità, rapporto con il proprio corpo, conformismo, successo: sono i temi affrontati dalla commedia Brutto, di Marius Von Mayenburg con la regia di Bruno Fornasari, che debutta in prima nazionale al Teatro
Filodrammatici di Milano il 14 novembre. La nuova produzione della sala milanese punta sul 41enne autore tedesco per parlare di contemporaneità. Brutto è una satira feroce sullo straniamento che si vive oggi, in rapporto al proprio aspetto che spesso condiziona una vita. Brillante commedia degli equivoci in cui quattro attori recitano otto ruoli diversi, senza sostanziali cambiamenti nei loro volti.
Il signor Lette lavora per Scheffler come inventore. Sicuro di partecipare a una convention per la presentazione di un suo brevetto, scopre invece di essere stato sostituito da Karlmann, il suo assistente, per il semplice fatto di essere troppo brutto. Perché nessuno gliel’ha mai detto prima? Perfino sua moglie Fanny è costretta ad ammettere d’averlo sempre considerato orrendo, ma d’averlo amato comunque, nonostante questo. L’unica scelta possibile per rimediare sembra essere quella di un radicale intervento chirurgico. L’operazione riesce, ed ecco che, inaspettatamente, Lette diventa bellissimo. Il chirurgo che l’ha operato lo usa come testimonial del proprio talento plastico e il suo capo ne fa un’icona aziendale per attrarre donne ricche e disposte a diventare solide azioniste. Ma la cosa non dura a lungo.