Si apre con un inedito La Malacarne, lo spettacolo firmato da Fortunato Calvino e che propone le donne dei suoi testi.
La messinscena è nata nell’ambito di “Teatri della legalità” e si tiene in anteprima al San Ferdinando con replica lunedì 16 allo Stabia Hall di Castellammare di Stabia.
In scena Antonella Morea, Rosa Fontanella, Rosalba Di Girolamo, Loredana Simioli, interpreti storiche dei lavori di Calvino.
“La Malacarne”, – spiega l’autore partenopeo, docente di teatro alla Federico II e componente della Siad – è un contenitore che mi permette di portare alla ribalta alcune figure femminili che dominano nei miei testi, ma si può modificare di volta in volta. E’ un work in progress che si adatterà anche alle diverse platee”.
Accompagnate dalle musiche di Paolo Coletta, queste protagoniste sono legate dal fil rouge di un’evocazione. “E’ come un teatro che racchiude tutte le anime e le presenze che lo hanno attraversato. Gioco con i miei personaggi che vengono evocati da Ivano Schiavi”.
Così, passano le donne-boss e i trans di “Malacarne”, i giovani killer legati da un amore gay di “Cuore nero”, la madre dei due ragazzi uccisi per errore a Pianura di “Madre Luna”.
A questi personaggi, già andati in scena, si aggiungono le protagoniste del non rappresentato “Donne di potere”: la moglie di un politico corrotto e una Mammasan-tissima. Ex compagne di giochi, si oppongono e si affrontano. “Mi è sembrato giusto nell’equilibrio delle parti, inserire anche tre scene dell’inedito, perché rientra perfettamente nel mio percorso artistico e di scavo nelle viscere e nella vita della nostra città”. Storie terribili che trovano attuale riscontro nella quotidianità.
I testi e gli interpreti sono stati più volte premiati: tra gli altri, Girulà a “Malacarne” per la regia di Cerciello e a Maria Luisa Santella; Girulà a Ivano Schiavi per “Cuore Nero”; consenso italiano e inglese per “Madre Luna”, presentato al Festival di Londra, poi al Fringe di Napoli. “Questa formula è un modo nuovo di portare alla ribalta le mie donne, carnefici e vittime, – commenta Calvino – che raccontano le due facce della vita, la malacarne di un mondo putrefatto, in cui politica e criminalità convivono e crescono”.