
La Tarantina atto secondo. Si sono appena concluse le riprese del mediometraggio di Fortunato Calvino, sottotitolato Genere: femm(e)nèll.
“Oggi la Tarantina ha ottant’anni e molte altre cose da raccontare”, afferma il regista, che aveva già realizzato un primo corto sulla figura del noto travestito. Partenopeo d’adozione, Carmelo Cosma, partì giovanissimo dalla sua Puglia per intraprendere un viaggio nel mondo e nella vita.
Nei due filmati, la scabrosa e avventurosa vita del ragazzo che scelse abiti e vita da donna. Gli incontri nella dolce vita romana, la frequentazione con Pasolini, Moravia, Cavani, Laura Betti, un aspetto di straordinaria bellezza e fascino, tanto da posare per pittori e artisti. Una persona dalle tante sfaccettature, che si apre con gioia nell’incontro con Paolo Valerio, ordinario di Psicologia Clinica, e nell’intervista con il regista.
“La prima parte – dichiara Calvino – dopo il successo al “Divine Queer Film Festival” di Torino, parteciperà a vari concorsi, intanto stiamo girando il secondo atto della vicenda, più movimentato, in cui la Tarantina descrive il suo lato oscuro, le violenze subite, gli arresti, la prostituzione”.
Carica di entusiasmo e positività, si è concessa con gioia e senza pudore. “Racconta con spontaneità e ironia. – commenta Calvino – Parla con schiettezza, ricordando gli Anni Sessanta, quando Vico Lungo Gelso, dove tuttora abita, era il regno delle prostitute, che accanto ai loro fuochi aspettavano i clienti; rievoca i ragazzi del vicolo, gli artisti che passavano, dopo il teatro andando a cena nei dintorni”.
“All’epoca i “femmenièlle” erano inseriti nella società. Oggi non è più così – dice lei – Napoli è diventata feroce, la notte non esco perché ho paura”.
In questo secondo lavoro, Fortunato Calvino ha drammatizzato alcuni episodi della vita notturna del quartiere partenopeo, estrapolando alcuni brani dai suoi testi “Vico Sirene”, “La camera dei ricordi”, “Pelle di seta”, interpretati da Antonella Morea, Stefano Ariota, Rita Montes, Carlo Liccardo, Massimo Finelli e Antonio Clemente. “Non è un’attrice – spiega Calvino, tornato alla sua passione di cineasta – ma s’integra perfettamente nelle battute degli altri, anzi, le sue improvvisazioni arricchiscono le scene rendendone più vere”. Nel film la tombolata dei femmenièlle, in versione personale, musica originale e tammurriate classiche.