La Tarantina si racconta

Marco Fo

Arriverà al Teatro Nuovo di Napoli, sabato 20 e domenica 21 ottobre, La Tarantina di Fortunato Calvino, spettacolo tratto dal film-documento “La Tarantina, Genere Femm(è)nell”, realizzato dall’Università degli Studi di Napoli – Federico II, nell’ambito di SINAPSI – Servizio Anti-Discriminazione e Cultura delle Differenze, con la realizzazione audiovisiva CSI-SAM, Fondazione “Genere Identità”, e da un’intervista alla protagonista.

L’allestimento nasce da un’idea dell’autore e regista partenopeo, che dirige La Tarantina, l’ultimo femminiéllo dei Quartieri Spagnoli di Napoli, affiancata, in scena, da Stefano Ariota, Roberto Maiello, Carlo Di Maio, Antonio Clemente.

L’esigenza di portare in scena un vero femminièllo – sottolinea Fortunato Calvino – nasce dai ricordi stessi della Tarantina e portarla su un palcoscenico è stata un’esperienza unica. Girando il film-documento, ho capito che sarebbe stato interessante e unico averla su un palco a raccontare la sua vita, senza freni e limiti. Ho costruito un percorso lavorando su due livelli: la costruzione di uno spettacolo che avesse al centro lei con le sue storie, insieme a tre attori, che la sostengono nei ricordi del suo passato”.

Lo spettacolo si avvale delle scene di Paolo Foti, il disegno luci di Renato Esposito e i costumi di La Rossa.

 

“… Vivono nei Quartieri Spagnoli nei loro bassi e si confondono con gli altri abitanti della zona, con i quali vivono in armonia e con cui condividono la difficoltà a trovare un lavoro. In questo contesto, quindi, poco importa come ci si guadagna da vivere, purché si sia generosi con chi sta intorno.

Tutti i personaggi appaiono ben integrati nel contesto sociale circostante. Appaiono e si sentono come “star” del quartiere. Non bisogna dimenticare che la tradizione popolare vuole che i femminielli portino fortuna, e come tali siano delegati a distribuire parte di questa peculiare facoltà agli altri nelle riffe, nei giochi o in momenti importanti della vita delle persone, quali matrimoni o battesimi. Di questo lavoro ideato da Fortunato Calvino, e fortemente voluto anche da me, resterà una traccia indelebile, a cui potranno fare riferimento in futuro ricercatori che vorranno conoscere meglio i protagonisti di questo mondo…”.

Professor Paolo Valerio, docente ordinario di Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Napoli – Federico II

 

 

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