
“Per ereditare qualcosa bisogna accettare il fatto di non essere più figli ma “orfani”, dice Antonio Latella, che arriva a Napoli con la discussa versione di Natale in Casa Cupiello di Eduardo De Filippo, in scena al Teatro San Ferdinando dal 16 al 27 novembre. Era proprio l’autore che dichiarava che i testi debbono poter essere interpretati e reinterpretati, ben venga dunque la messinscena immaginata e creata dal regista stabile che sulla drammaturgia di Linda Dalisi rivisita il capolavoro eduardiano.
L’eredità che Latella raccoglie ha il suo filo conduttore nello studio e nel confronto con la tradizione alla ricerca di forme nuove, affrancate dalla riproduzione e dai condizionamenti. “Se penso al rapporto di Eduardo con la tradizione – dichiara – e allo spostamento dalla tradizione che ha provocato con il suo lavoro, comprendo che noi ereditiamo proprio questo spostamento”.
Lo stesso Eduardo, chiarisce la Dalisi, “ha continuato a lavorare al copione, arricchendolo, modificando in alcuni punti la lingua, cambiando piccole cose, tagliando battute, ridefinendo i personaggi secondari”.

Il Natale in casa Cupiello di Antonio Latella, vincitore di numerosi premi, che ha raccolto successi e critiche, è caratterizzato dalla ricerca continua di un dialogo tra lingua italiana e napoletana, non dimenticando mai il confronto tra tradizione e riforma, radici e trasformazione, origini e innovazione. Proprio nella lingua risiede l’omaggio di Latella all’Eduardo artista, all’uomo, al drammaturgo.
In scena una numerosa compagnia: Francesco Manetti nel ruolo di Luca Cupiello, Monica Piseddu in quello di Concetta, sua moglie, Lino Musella in Tommasino, loro figlio, detto Nennillo, Valentina Acca in Ninuccia, la figlia, Francesco Villano in Nicola, suo marito, Michelangelo Dalisi in Pasqualino, fratello di Luca, Leandro Amato in Raffaele, portiere, Giuseppe Lanino in Vittorio Elia, Maurizio Rippa ne Il dottore, Annibale Pavone in Carmela, Emilio Vacca in Rita, Alessandra Borgia in Maria.