Finalmente a Napoli la versione italiana, con la regia di Valter Malosti, del musical Lazarus, di David Bowie e Enda Walsh, in scena con grande successo al Teatro Mercadante. David Bowie ha sempre desiderato mettere in scena un musical; il primo tentativo è stato con Ziggy Stardust, con un progetto ripreso e accantonato più volte. Il secondo tentativo è stato ispirato da 1984 di Orwell, accantonato per il veto posto dalla vedova del grande scrittore. Bowie, con il drammaturgo inglese Enda Walsh, nel dicembre 2015, un mese prima della sua morte, mette in scena Lazarus, in cui riprende il personaggio di Thomas Jerome Newton, dal romanzo “L’uomo che cadde sulla terra” di Walter Tevis (1963), che Bowie interpreta iconicamente nell’omonimo film di Nicolas Roeg del ’76. La vicenda si svolge dieci anni dopo i fatti narrati nel romanzo e nel film; Newton, alieno “caduto sulla terra”, vive prigioniero in un appartamento, invecchia ma non può morire, sempre più isolato e depresso, tormentato dai suoi ricordi, dai fantasmi della sua mente, in particolare da quello di Mary-Lou, la donna che amava, in un limbo tra realtà e sogno, tra vita e morte.

Nei panni di Newton, Manuel Agnelli, frontman degli Afterhours, in scena con lunga vestaglia damascata e bicchiere di gin in mano, immerso in uno spazio buio e claustrofobico, illuminato a volte da lampi e luci stroboscopiche; ai due lati del palco è la band che suona dal vivo, uno dei punti di forza dello show. La scena è dominata da cinque monitor che proiettano immagini oniriche, ricordi di Newton, scene di ordinaria violenza quotidiana e frammenti della vita dei vari personaggi che Newton incontra nella vicenda: la ragazza dei sogni (Casadilego), la sua assistente Elly (Michela Lucenti), il folle omicida Valentine (Dario Battaglia) e tanti altri. Sul palco anche un trio di teenager dai lunghi capelli azzurri, ballerine e coriste, sorta di Moire che sembrano declinare il destino di Newton. La storia non è sempre lineare, forse è solo un’allucinazione del protagonista ma con le canzoni di Bowie, eseguite da una band strepitosa e da grandi interpreti, la Musica diventa la vera protagonista. I brani sono cantati in inglese, con lettura dei testi e della relativa traduzione su uno schermo, con gli intermezzi recitati in italiano. Manuel Agnelli domina la scena, con le sue grandi doti di cantante, anche nelle parti recitate, senza cadere nel rischio di imitare Bowie ma dando un’interpretazione originale alle bellissime canzoni del Duca Bianco. Agnelli e gli altri interpreti, prima fra tutti Casadilego, con le loro voci danno vita ad uno show emozionante e coinvolgente. Uno spettacolo da non perdere, grazie alla regia di Valter Malosti e alla bravura degli interpreti, con teatro, videoarte, musica ma, soprattutto, per la presenza di Bowie, il cui spirito permea tutto lo spettacolo.

Bowie con Lazarus ci ha lasciato il suo inquietante testamento artistico, un misterioso e poetico lascito finale, un addio (o un arrivederci…), il cui senso forse si può riassumere in questi versi della sua canzone “No Plan”, che sembrano provenire da un’altra dimensione:
Qui
Non c’è musica qui
Sono perso in fiumi di suono
Qui non mi trovo in nessun posto adesso
Nessun piano