Le “Trasparenze” di Gino Di Meglio a Ischia

Renato Aiello

Prorogata fino al 30 settembre 2024, la mostra Trasparenze di Gino Di Meglio presso Casa D’Ambra a Tenuta Calitto Wine and Resort, località Panza di Forio d’Ischia, è un’immersione nella bellezza cristallizzata delle nature morte, ricca di significati nascosti e di metafore interessanti.

La personale del maestro ischitano, avvocato di professione e fotografo analogico per passione, si è rivelata in poco più di due mesi un piccolo grande successo, avendo ospitato per un convegno anche il Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei e Ischia il 20 luglio scorso, dove i partecipanti erano praticamente circondati dalle sue opere.

DOPPIE ESPOSIZIONI DELLE SUE TRASPARENZE

Nelle sale della Tenuta, conosciuta anche come Piromallo al suo ingresso e immersa nei vigneti, figurano quasi tutte doppie o triple esposizioni: 56 stampe nel formato 43×59.

L’autore ha “intrappolato” la bellezza e nel vetro le trasparenze sono rappresentate da fiori congelati, per lo più di campo, in un gioco di sovrapposizione visiva a tratti metafisica.

Altri petali e pistilli sono cristallizzati nel ghiaccio, altri ancora in sacchetti di plastica, come se fossero sospesi nel tempo.

Felci, crochi, gigli, rose e margherite e persino gusci d’uovo sembrano i veri protagonisti delle sue stampe fotografiche, eppure non lo sono.

Il vero soggetto di ogni esposizione è la danza di trasparenze, ombre e luci, di forme evocative edi  correlativi oggettivi che rimandano a molteplici interpretazioni.

PAESAGGI E MONDI DIETRO OGNI FOTOGARFIA

Così simili a veri e propri dipinti, le foto di Gino Di Meglio sono un tuffo espressionista e a simbolista nelle infinite possibilità di decifrazione e decodificazione della natura.

Se una foglia accartocciata di un fiore appassito appare come pelle di rettile o ala di un drago antico, due vasi di vetro sovrapposti sono capaci invece di disegnare veri e propri paesaggi metafisici, fatti di riflessi in un lago, di ombre al tramonto o di onde nel mare al crepuscolo.

Così come le uova, da sempre simbolo di vita e rinascita, coi gusci schiusi, a volte galleggianti o custoditi sotto teche di vetro dalla superficie ruvida, possono trasformasi in un richiamo escatologico al destino dell’uomo e di ogni essere vivente.

Solo una bottiglia nera si distingue da tutte le altre trasparenti, mentre la proiezione di un soffione sulla parete è rimembranza del mito platonico della caverna, così attuale in un mondo di superficialità e di fraintendimenti quotidiani.

VERITA’ E METAFORE ATTUALI

Lo squarcio sulla verità e di un potenziale velo di Maya è subito offerto dalle rose quasi soffocate dalla plastica o dalla boccetta separata da un’ampolla con dei rami secchi: personalmente si potrebbe intravedere una metafora decadente degli ultimi anni di separazioni e di confinamenti pandemici.

I boccioli freschi e colorati nel cubo di vetro, sono così vivi e soprattutto vicini ai rametti più vecchi allo stesso modo di quei figli che hanno dovuto guardare da lontano gli anziani padri e le madri dai capelli d’argento divisi da plexiglass e teli di plastica nelle RSA di triste memoria.

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