È un lungo cammino quello compiuto a Napoli da Barbara Karwowska, artista italo polacca trapiantata da 25 anni nella nostra città, da quel lontano 1992 che la vide arrivare qui con un bagaglio di conoscenze artistiche, apprese al Liceo d’Arte di Orlowo in Polonia, e con i primi disegni, capaci di emozionare per la cura minuziosa e l’attenzione ai dettati accademici. Da allora l’artista ne ha fatta di strada e per celebrare il suo quarto di secolo nella città partenopea Barbara ha immaginato una mostra antologica, curata da Fedela Procaccini, che sarà visitabile al Castel dell’Ovo dall’11 al 23 gennaio 2018. Una personale pittorica in una sede espositiva eccezionale proprio come i dipinti della Karwowska, espressionisti e iconici nella loro semplicità stilistica ricercata, caratterizzate da elementi ricorrenti e da smorfie drammatiche congelate in un simbolismo alla Odilon Redon, fredde e cariche di pathos allo stesso tempo.

Alla città partenopea e alle sue antiche tradizioni l’artista ha dedicato negli ultimi mesi anche il suo ultimo ciclo di lavori: i Tombolati, una serie di ritratti di personalità a lei vicine, amici, conoscenti, giornalisti, tutte immortalate nell’attimo di mostrare, coprendo l’occhio destro o sinistro, il tipico numero pescato a sorte nel cestino in vimini. Il classico bussolotto estratto dal panaro della tombola napoletana viene riproposto poi alle spalle della persona raffigurata, alla stregua di un’aureola. Tra i vari ritratti spicca quello del pasticciere Guglielmo Mazzaro, della Pasticceria Mazz, luogo deputato alle presentazioni e ai vernissage abbinati di volta in volta a gustosi cheesecake tondi e numerati per ogni occasione e appuntamento d’arte.
Questa esposizione al Castello si propone di presentare al grande pubblico le opere più significative della sua produzione, di far risaltare l’evoluzione delle tematiche e illustrare così le variazioni di stile che hanno contraddistinto il suo percorso. La pittura di Barbara muove i passi da un espressionismo forte, profondo nella pennellata e nella gestualità vigorosa alla maniera dei tedeschi del Der Blau Reiter, per volgere ad una ricerca più delicata e tenue nei colori. È la figura umana al centro della scena, immersa in un’ambientazione che fugge dal reale per approdare ad un piano metaforico, metafisico, onirico.
Gli spettacoli, il teatro, l’oroscopo, l’incantesimo fiabesco sono i temi che colpiscono per immediatezza e innata sensibilità. Grazie al ritratto che è il genere predominante nella sua produzione, così come gli autoritratti ispirati allo zodiaco e alla mitologia greco romana – i centauri ad esempio -, l’artista indaga sé stessa e gli altri con introspezione psicologica. I Ritratti di Napoli sono figure a mezzo busto, sorridenti o malinconiche, avvolte da un fondo monocromo (solitamente rosso) e accostate ad oggetti simbolici e protettivi. La piuma e il centrino con i merletti ricorrono con solennità iconica, quasi bizantina, in molte sue opere e si impongono alla maniera di una seconda firma sulla tela, come erano l’oro o la ricercatezza musiva nei quadri di Klimt.

L’evento espositivo vuole raccontare ai visitatori, attraverso tele raramente esposte e altre già note, il percorso artistico di una napoletana d’adozione che ha scelto tele, pennelli e colori come principali veicoli comunicativi dei suoi sentimenti e delle sue emozioni.
Info:
Sala delle Terrazze Castel dell’Ovo 11-23 gennaio 2018 Vernissage giovedì 11 gennaio, ore 16:30 Orari: dal lunedì al sabato ore 9.00 – 19.00 / domenica 9.00 – 14.00 – Nei giorni feriali l’ultimo accesso è consentito fino alle ore 18.15; domenica e festivi ultimo accesso 13.15 – Ingresso gratuito