Lear. Un viaggio teatrale tra lirismo e attesa

Andrea Di Maso

L’opera teatrale “Aspettando Re Lear”, in scena al Teatro Verdi di Padova, con Alessandro Preziosi e Nando Paone, porta il pubblico in un viaggio emozionante e ricco di sfumature, che fonde il dramma shakespeariano con il linguaggio teatrale contemporaneo. Scritta da Tommaso Mattei, opere in scena di Michelangelo Pistoletto e diretta da Alessandro Preziosi. Questa pièce si inserisce nel solco della tradizione teatrale, ma al contempo si fa portatrice di un’inventiva visiva e interpretativa, coinvolgendo elementi simbolici che sfidano il confine tra il passato e il presente.

I TEMI 

“Aspettando Re Lear” è un’opera che si sviluppa come un preambolo, un’attesa estenuante e carica di significato. L’opera è costruita su una tensione crescente, dove i due protagonisti vivono nell’attesa, che li costringe ad affrontare il proprio ruolo, le proprie memorie e le proprie disillusioni.

L’attesa non è solo di tipo temporale, ma diventa anche un processo esistenziale che riflette sulla follia, e il passaggio del tempo. Preziosi incarna un personaggio che vive in un mondo frammentato, senza certezze e riflette sulla condizione umana, sul potere, la perdita e la solitudine.

I PROTAGONISTI

I protagonisti sono Alessandro Preziosi nei panni di Re Lear e Nando Paone in quelli di Gloster. Alessandro Preziosi è al centro della scena. Intraprende un viaggio psicologico che lo porta a vivere un continuo dialogo con se stesso e con l’altro. Interpreta un uomo che, pur nel caos della sua follia apparente, è l’unico in grado di cogliere la profondità delle vicende che lo circondano.

Preziosi riesce a esplorare l’anima del personaggio con grande intensità. Alternando momenti di estrema lucidità a esplosioni emotive. Che mettono in evidenza la fragilità e la tensione interiore del protagonista. Il suo linguaggio fisico è altrettanto significativo. Ogni gesto e movimento sono carichi di significato, come se ogni azione fosse una manifestazione della sua psiche lacerata. La follia diventa in Preziosi una forma di resistenza, una continua ribellione contro un mondo che sembra senza speranza. Ma anche una via per arrivare a una sorta di verità nascosta.

Lear. Una scena

Nando Paone, che interpreta Gloster, offre una performance altrettanto raffinata. Il suo personaggio rappresenta la stanchezza dell’attesa e la necessità della speranza. e nell’attore emergono chiaramente i temi della resistenza psicologica e fisica, ma anche dell’incapacità di lasciar andare il passato. La sua performance è caratterizzata da una profonda umanità, ed è evidente come Paone riesca a imprimere una marcata empatia nel pubblico. Pur recitando un ruolo che in apparenza potrebbe sembrare marginale.

Preziosi incarna un personaggio che è spesso assorbito da un vortice interiore, ma che allo stesso tempo riesce a far emergere un’energia travolgente. Ogni battuta è scandita con una precisione che trasmette il tormento e l’inquietudine di un individuo che non ha mai trovato pace.

L’attore riesce a restituire la complessità del suo personaggio attraverso uno studio profondo della psiche, facendo emergere un essere umano che, pur nel caos della sua follia, non perde mai il contatto con una sorta di verità profonda e universale. Preziosi non si limita a recitare il testo, ma trasforma il personaggio in una presenza viva e pulsante, capace di suscitare empatia e di far riflettere il pubblico sul tema della follia come forma di lucidità.

Un’opera che sa toccare le corde più intime del pubblico, facendolo riflettere sulla difficoltà dell’esistenza, sul bisogno di speranza, e sulla continua ricerca di una verità che, forse, non è mai completamente accessibile.

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