Londra, fine ‘800. Il dr. Jekyll (Friedrich March), medico e scienziato, nasconde nel suo animo di borghese vittoriano un concentrato di perversioni represse, che trovano forma nell’orribile alter ego di mister Hyde. Jekyll “libera” Hyde, trasformandosi anche fisicamente, con una pozione realizzata nel suo laboratorio. Hyde compie nefandezze e crimini ma, in breve tempo, la sua personalità, drammaticamente, prende il sopravvento su quella di Jekyll. La vita di Jekyll si intreccia con quelle della sua fidanzata Muriel (Rose Hobart) e della prostituta Ivy (Miriam Hopkins), che salva da un’aggressione di suo cliente ma che uccide, in seguito, nei panni di Hyde. Il regista Rouben Mamoulian con Il dottor Jekyll (Dr. Jekyll and Mr. Hyde, USA, 1932) fonde con maestria letteratura, psicologia e cinema, grazie anche all’ottimo lavoro degli sceneggiatori Samuel Hoffenstein e Percy Heathche che elaborano la materia di base, emozionante e raffinata, del romanzo “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” (1886), capolavoro del grande scrittore scozzese Robert Louis Stevenson. Nel suo libro Stevenson affronta il tema della doppia natura umana, tragicamente contesa tra Bene e Male, ma denuncia anche l’ipocrisia della società vittoriana, che ostenta rispettabilità e virtù.

Mamoulian, inserendo nel film le figure di Muriel e Ivy, non presenti nel romanzo, legge l’opera di Stevenson in chiave esplicitamente sessuale mostrando, oltre al conflitto tra Bene e Male, anche quello tra pulsioni istintuali e repressione sociale, espresso drammaticamente dalle due personalità, diversamente complessate e condizionate: Jekyll è l’immagine della repressione puritana, mentre Hyde incarna, in forme aberranti, il suo violento esplodere. Il film ancora oggi è visivamente straordinario, per l’utilizzo in modo innovativo della cinepresa, i trucchi scenici di Wally Westmore e la fotografia di Karl Struss. Grandi le interpretazioni di Miriam Hopkins e di Friedrich March, sul cui volto, grazie alla sua sensibilità di straordinario attore ed alla regia magistrale, si dipinge l’infelicità dell’esistenza di Jekyll. March nel 1932 riceve il premio Oscar come migliore attore protagonista ex aequo, per la prima e unica volta nella storia del premio, con Wallace Beery per il film “Il campione”.

Rouben Mamoulian, armeno, nato nella Russia zarista, si trasferisce giovanissimo in Inghilterra dove inizia una brillante carriera come regista teatrale; passato poi negli Stati Uniti, comincia a lavorare nel cinema, realizzando alcuni classici come “Il dr. Jekyll” che, tra le numerose riduzioni del libro di Stevenson, si distingue ancora oggi per originalità, sensibilità e tensione emotiva, per le sue atmosfere cupe e disperate, la sua nebbia oscura, le sue ombre spettrali che, ancora oggi, inchiodano lo spettatore alla poltrona.