L’Italia Mondiale dell’82 raccontata dalle lucciole del porto

Renato Aiello

L’attesa del terzo scudetto del Napoli, dato ormai per certo seppur non ancora matematicamente, sta riportando alla mente i ricordi legati non solo ai festeggiamenti dei primi due, ma anche a quelli della Nazionale di calcio italiana e dei suoi campioni del mondo dell’82.

Le tre squillo del porto di Napoli e il loro protettore nella Napoli mondiale dell’82

Gli echi del mondiale spagnolo di Paolo Rossi, Tardelli e Bergomi fanno da sfondo e sottofondo, non a caso, allo spettacolo andato in scena al Teatro TRAM di Napoli il 25 e 26 marzo 2023, dal titolo Napoli, 11 luglio 1982.

Diretta da Silvio Fornacetti, che ne è anche autore insieme a Giovanni Meola, questa commedia agrodolce ci porta dritti alle atmosfere, alle musiche e alla cultura pop di inizio anni ’80, tra la divisa di Ufficiale e Gentiluomo e la mitica canzone Up where we belong.

Merito di una drammaturgia ben calibrata e di una regia attenta, e soprattutto di un quartetto d’attori bravi e frizzanti sul palco di Port’Alba: Diego Sommaripa si cala nel ruolo di Ulisse, gestore di un bar al porto di Napoli, nonché pappone, magnaccia (guai a dirglielo e a definirlo così però) di tre giovani butterfly, le ragazze della notte.

Lina la prostituta psicologa, Tina la ludopatica e Gina la diva (interpretate dalle attrici Rossella Di Lucca, Chiara Cianciola, Martina Sionne) sono le sue personalissime sirene di via Marina e del varco Pisacane, ognuna coi suoi guai, sogni e clienti abituali, raccontati davanti a una tequila.

Ulisse e le sue “sirene” del porto di Napoli

La voglia di riscatto di Ulisse dal suo passato buio è la stessa dell’eroe omerico che voleva fare ritorno a Itaca con disperazione.

E disperatamente, nel giorno della vittoria mondiale dell’Italia, con l’eco dei festeggiamenti e dei caroselli per le strade di Napoli, Ulisse dovrà fare i conti per l’ennesima volta col passato che ritorna, in un epilogo che spiazza dietro il vetro di un bagno.

Le sagome delle tre lucciole, sempre intente a farsi belle per gli avventori del locale, si tramuteranno nella silhouette della tragedia, del senso di colpa e di una tristezza infinita giunta, purtroppo, nel giorno di festa più bello.

Del resto anche la sirena Partenope scelse un infausto destino, compiutosi proprio sulle rive della futura Napoli.

Ulisse e le sue ragazze irresistibili nella Napoli di inizio anni ’80

“Pervasi da un sentimento di sconfitta, i personaggi indossano una maschera beffarda, certi intimamente di star andando verso il loro personale fallimento – spiega il regista e coautore Fornacetti -. Ne deriva un testo ironico, allusivo e a tratti crudo con un’ironia amara, dalla risata a denti stretti, che non sfocia mai nel fragore”.

Silenzi e lampi di comicità napulegna, introspezione e leggerezza, vizi e virtù dei marinai e delle loro benefattrici compongono questa messa in scena.

“I mondiali hanno scandito i tempi della nostra vita e scandiranno i tempi di quelli che verranno”, scrisse il giornalista sportivo Federico Buffa. E anche se Ulisse si professa più tifoso del Napoli che della Nazionale allenata da Bearzot, la finale 3-1 vinta contro la Germania Ovest segnerà le vite di quell’estate ’82 come pochi eventi sanno fare.

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