Nella messinscena creata per il teatro Sannazaro di Napoli (da giovedì 20 a domenica 23) a Roberto Azzurro (autore, interprete e regista) si affianca Fabio Brescia. Si raddoppia l’urlo, carico di rabbia, d’amore, di odio nell’invettiva Unalampa, che l’attore-regista partenopeo dedicata a Napoli e ai suoi abitanti. Un appassionato fiume di parole scagliato sulla “città più bella del mondo”. Un’opera divisa in sette canti. Sette urli, sette dolori, sette anche comici sberleffi. Sette momenti di rabbiosa riflessione anche, punteggiati da musicalità note, da memorie imprescindibili di una napoletanità onorata ma ormai vecchia e stantia, che si crogiola e annega in una oleografia ormai soltanto nociva e deleteria.
“Per molto tempo ho inseguito l’idea – spiega Roberto Azzurro – che soltanto uno scandalo può far sì che qualcuno si accorga di noi – sempreché abbiamo qualcosa di interessante e di irrinunciabile da mostrare –, si accorga di noi in termini eclatanti e profondi: bisogna fare uno scandalo, di qualsiasi tipo, ma uno scandalo. Poi, una bella mattina mi sono detto: lo scandalo non devo inventarlo, lo scandalo esiste già: e si chiama Napoli. Unalampa è, in realtà, un atto di coraggio e di amore o di tradimento verso la propria madre tiranna, che solo un figlio, profondamente legato a lei, può fare”.