L’Orgoglio storico dei napoletani

Anita B.Monti

S’intitola Orgoglio ’43 lo spettacolo di Gianni Sallustro sulle Quattro Giornate di Napoli.L’appuntamento è per venerdì 30 settembre 2022 alle ore 18 al Teatro Instabile Napoli. Voluto dall’Istituto campano per la Storia della Resistenza e dell’antifascismo ‘Vera Lombardi’ e realizzato dall’Accademia vesuviana del teatro e del cinema di Gianni Sallustro vede in scena Gianni Sallustro, Roberta D’Agostino, con Francesca Fusaro, Tommaso Sepe, Davide Vallone, Carlo Paolo Sepe, Nancy Pia De Simone, Noemi Iovino, Roberta Porricelli, Elisa Sodano, Maria Crispo, Antonella Montanino. Luci e musiche a cura di Marcello Radano.

Le Quattro giornate di Napoli (27-30 settembre 1943), l’insurrezione con la quale il popolo napoletano riuscì a liberare la città dall’occupazione delle forze armate tedesche ed agevolare l’ingresso delle truppe alleate, valse alla città di Napoli il conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare, consentì alle forze alleate anglo-americane di trovare al loro arrivo, il 1 ottobre 1943, una città già evacuata dall’occupante nazista, da cui era praticamente riuscita a liberarsi grazie all’eroismo e al coraggio dei suoi abitanti. Tante le donne e i travestiti.

“Ho accolto con entusiasmo – afferma il regista Gianni Sallustro – l’invito del professore Guido D’Agostino a creare uno spettacolo su questo momento storico di fondamentale importanza per la città e per la Nazione tutta. Non è stato facile creare un testo, con contributi di scritti di importanti autori, perché le insidie erano molte. Spero di essere riuscito a centrare lo spirito del tempo”.

Il logo del Teatro Instabile Napoli

E aggiunge lo storico Guido D’Agostino: “In questo spettacolo si prova a proiettare la straordinaria, epica vicenda delle Quattro Giornate di Napoli, sulla scena teatrale. In occasione del 79˚ anniversario del formidabile evento, e con la mente e il cuore protesi verso l’80˚ anniversario del prossimo anno, non c’è dubbio che lo meriti il coraggio popolare di allora nell’osare di cambiare l’orribile presente, tra tedeschi, fascisti e in attesa dell’arrivo degli Alleati.

Ma lo merita anche il Tin, riportato a nuova vita, rifiorito nel bel mezzo del cuore antico della città, nello snodo tra decumani e cardini, in vico Fico Purgatorio ad Arco. È dunque vero che bellezza e salute di una pianta dipendono dalla qualità delle radici: la grande città del mezzogiorno che per prima ha scelto la libertà ed indicato al Paese tutto il modello e la via da seguire, si ripropone all’attenzione di tutti noi nelle forme dello spettacolo teatrale e ci invita, in pratica, a ricordare sempre che il mondo si può cambiare.Basta avere il coraggio di provare a farlo”.

 

 

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