Debutta al teatro Nuovo di Napoli venerdì 16 aprile, Madre Luna, atto unico scritto e diretto da Fortunato Calvino, con Antonella Morea e Ivano Schiavi. Titolo evocativo, che ricorda la femminilità, la luna che illumina la notte della tragedia, la madre che affronta il dolore più terribile del mondo: la perdita di un figlio.
“Uno spettacolo dedicato alla sofferenza materna – spiega Calvino – e a tutte le donne, che hanno perso un proprio caro in guerre ordite da altri, con l’augurio che dal dolore possa nascere un futuro migliore”.
Il testo s’ispira alla vicenda di due giovani napoletani, Paolo Castaldi e Luigi Sequino, uccisi per sbaglio dalla camorra, poiché confusi con due affiliati. “Ma questo è stato solo lo spunto – precisa l’autore – perché non m’interessa trattare la cronaca a teatro. Volevo, invece, affrontare il grande della perdita. Tema universale che riguarda ognuno di noi”.
Nella sua casa, in una scena essenziale di Paolo Foti, con blocchi di marmo mortuario e un lettino-sudario, la madre aspetta il ritorno del suo ragazzo. Un bravo ragazzo, al quale racconta le favole dell’infanzia, organizza il compleanno, fino all’impatto con la tragedia.
Sulle parole di Sant’Agostino (“I morti non sono degli assenti ma sono degli invisibili; tengono i loro occhi pieni di luce nei nostri pieni di lacrime”), le musiche di Paolo Coletta, la vicenda si snoda e si conclude con un interrogativo: “è così difficile – si chiede la madre – accettare che queste cose avvengono per niente in questa città?”.
Una figura emblematica per raccontare il dolore e dare vita a una galleria di monologhi al femminile. “Questo testo rientra a pieno titolo nel mio percorso – dichiara l’autore partenopeo – e ancora una volta un personaggio femminile mi spinge a costruire una drammaturgia. Dopo questo, spero di mettere in scena l’inedito Vico Sirene, che racconta uno spaccato della nostra città, iniziato con il personaggio Tata di Malacarne: il mondo dei travestiti e dei femminielli”.