La magia delle Vele scarlatte

Redazione

di Angelo Matteo

Pietro Marcello è un regista casertano, classe 1976. Ha iniziato la sua carriera negli anni Duemila con documentari che hanno avuto un buon successo e ne hanno messo in risalto il talento unico e l’acuta sensibilità. La fama è arrivata nel 2019, con “Martin Eden”, suo secondo lungometraggio di finzione dopo “Bella e perduta” del 2015. Il film tratto dal romanzo di Jack London ha visto il suo protagonista, un grande Luca Marinelli, premiato con la Coppa Volpi per il miglior attore a Venezia e Pietro Marcello lanciato nel firmamento dei grandi autori europei. A distanza di 3 anni da quel film, dopo un paio di documentari (“Per Lucio” e “Futura”), torna al lungometraggio di finzione con “Le vele scarlatte”, film co-sceneggiato da lui con Maurizio Braucci e Maud Ameline, adattando il romanzo omonimo di Aleksandr Grin.

Raphaël (Raphaël Thiéry) è un reduce della prima guerra mondiale. Torna a casa, in un piccolo villaggio della Francia rurale, ma scopre che sua moglie è morta e gli ha lasciato una bambina, Juliette. Egli è un falegname di grande bravura, e riesce con il suo mestiere a guadagnare di che vivere. Juliette (Juliette Jouan) nel frattempo cresce e aiuta il padre a produrre i giocattoli che vendono in città. Una maga le predice un giorno che quando vedrà le vele scarlatte sarà portata via da lì. Dopo poco, avviene l’incontro con l’aviatore Jean (Louis Garrel).

In questo caso più che altrove, la descrizione della trama non può che essere un’indicazione. Perché “Le vele scarlatte”, come le altre opere di Marcello, non lavora soltanto a livello narrativo, ma soprattutto a livello di immagini. Si è colpiti emotivamente da questo film guardandolo, tenendo letteralmente gli occhi aperti di fronte alla bellezza di ciò che vediamo, più che elaborando gli sviluppi narrativi. La fotografia di Marco Graziaplena è meravigliosa e riesce a lavorare con le luci in maniera fortemente emotiva. Si ha l’impressione, guardando questo film, di assistere e di essere quasi dentro una fiaba.

Le musiche di Gabriel Yared completano l’opera, confezionando una pellicola certamente non di grande richiamo commerciale ma memorabile. Dispiace per la distribuzione in poche copie, per un film che avrebbe meritato senz’altro più ampia possibilità di essere visto. Marcello è oggi uno dei registi europei più interessanti e quest’opera lo conferma.

 

 

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