
Interessante la presentazione/dibattito promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e da I Teatrini al teatro San Ferdinando di Napoli, a cura del critico teatrale Giulio Baffi e di Marina Rippa, docente e operatrice teatrale. Intervengono Luca De Filippo, l’assessore Antonella Di Nocera, ideatrice e promotrice degli ATT, Barbara de Miro d’Ajeta e Annamaria Sapienza, dell’Università di Salerno; con loro le donne dell’Atelier Teatrale Territoriale, che danno vita al progetto La grande magia per incontrare “Concetta, Amalia, Filumena e le altre: le donne del teatro di Eduardo”.
Luca De Filippo esorta i protagonisti dei laboratori a “difendere questa struttura nel ricordo di un uomo che sarà ancora punto di riferimento per il teatro, non solo a Napoli. La forza delle donne del teatro di Eduardo rende queste figure centrali nella famiglia per raccontare la società – spiega – Perché Eduardo scelse proprio una struttura in un luogo allora periferico? Perché voleva lavorare in un certo posto, in questo quartiere”. Racconta le vicissitudini del teatro fino alla gestione a cura dello Stabile di Napoli. Perché non fare del teatro una sorta di Comédie Francaise, luogo di memoria e recupero della tradizione (come era la scarpettiana) e contemporaneamente rappresentare le novità? “Il teatro è una necessità come i servizi dati al popolo, perché usa denaro pubblico e dunque è fatto per la gente. Purtroppo questo concetto è tradito. In nessun’altra città del mondo esistono tante memorie, tanta arte (Viviani, Petito, Bovio, Di Giacomo, etc.) eppure non si trasformano in opportunità economiche. Qui a Napoli c’è cecità; il teatro viene reputato una perdita economica! Chi sbaglia nel gestire un servizio deve andare a casa!”.
“Apriamo il teatro per farlo vedere alle scuole, non solo napoletane, per farle innamorare di questo posto”, esorta Baffi che sottolinea come le donne di Eduardo siano il motore di percorsi intellettuali ed emozionali, “personaggi che interagiscono con forza con le figure maschili”. Grande drammaturgo, Eduardo, con le sue Concetta, Amalia, Filumena, Margherita, Bice, Assuntina, Giuseppina, Clara, Memè e tutte le altre, capace, come pochi, di parlare al nostro tempo.