Successo annunciato per la Carmen di Bizet al Teatro di San Carlo di Napoli, tutto esaurito ad ogni replica. Carmen è un’opera-comique in quattro quadri o atti di Georges Bizet, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy. Tratta dalla omonima novella di Prosper Mériméé, è integrata da modifiche tra cui l’introduzione dei personaggi di Escamillo e Micaela e il carattere di Don José. La storia d’amore appassionante, la musica arcinota, la direzione di Zubin Metha hanno reso irresistibile l’opera.
Dissenso isolato alla prima per il regista Daniele Finzi Pasca che inserisce l’elemento della luce quale chiaroscuro per sottolineare le passioni che agitano i personaggi. Dodicimila lampadine per contestualizzare i quadri dell’opera, colori vivaci e gestualità preziosa come il belcanto. Già nell’ ‘800 le feste di Siviglia si accendevano di grandi luminarie, così come le corride più prestigiose. Colpisce al cuore il dramma dell’affascinante gitana che seduce Don Josè, lo costringe a disertare per poter stare insieme e poi lo spinge ad unirsi ad un gruppo di contrabbandieri. Perso l’onore, Don Josè perde anche la donna che ama, che si innamora del famoso torero Escamillo. Bravo il mezzosoprano Maria Josè Montiel che ha festeggiato a Napoli le cento interpretazioni di Carmen; Michaela, l’antagonista di Carmen, interpretata da Eleonora Buratto a lungo applaudita; il giovane Escamillo interpretato dal baritono lituano Kostas Smoriginas, Don Josè interpretato dal tenore americano Brian Jadge. Strepitosi gli abiti sgargianti di Giovanna Buzzi, monocromatici in base agli atti: gialli, bianchi, neri e rossi.
Quattrocentottanta costumi sono stati realizzati dalla sartoria diretta da Giusi Giustino. Sempre attuale, Carmen affronta il tema della violenza sulle donne fino al tragico epilogo. Qui l’opera non è sinonimo di sangue e violenza, preferendo un lavoro di sottrazione per giungere al cuore del dramma, al dolore, alla fragilità dei protagonisti. La luce, sottolineata dal regista, esalta l’aspetto poetico, surreale dell’opera, seguendo l’espressività della musica. Bravi il Coro, l’Orchestra, il Corpo di Ballo e il Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo. Un piacere per il pubblico riconoscere le arie più famose, da Habanera (L’amour est un oiseau rebelle) alla canzone del Toreador (Votre toast, je peux vous le rendre… Toreador).
Una moderna regia che ha evitato di porre l’accento sugli elementi folklorici per esaltare un dramma universale attraverso la pura musica e il senso del tragico.