“Mare di ruggine. La favola dell’Ilva”

Danila Liguori

Raccontare dell’Ilva di Bagnoli. Raccontare, attraverso la vera storia di una famiglia, la storia di tante altre famiglie che hanno vissuto l’incubo. Di una pagina di storia italiana di cui non è stata  ancora scritta la parola fine. “Mare di ruggine. La favola dell’Ilva”, sarà presente al Teatro Piccolo Bellini di Napoli dal 26 settembre al 6 ottobre 2024. Un progetto di Compagnia Teatro Insania, produzione Ente Teatro Cronaca, Solares Fondazione delle Arti. Un testo vincitore del Premio Nuove Sensibilità 2.0 2022, Premio Fersen, Premio Antonio Conti di Pesaro. E ancora: Premio Speciale Felicetta Confessore – ritratti di territorio Progetto finalista al Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti. Il testo e la regia sono di Antimo Casertano, gli attori Daniela Ioia, Ciro Esposito, Francesca De Nicolais, Luigi Credendino, Gianluca Vesce, Lucienne Perreca, e lo stesso Antimo Casertano.

Che ci spiega innanzitutto la scelta di curare il suo testo anche come interprete: “Nasco innanzitutto come attore, ma la cosa più importante è che ho messo in scena una storia vera, la storia della mia famiglia.  Mare di ruggine è una favola – spiega – anche se una favola non è. È la storia di un padre tramandata al figlio. Una storia familiare, lunga cinque generazioni, che viaggia in parallelo con la storia dello stabilimento ex-Ilva, poi Italsider di Bagnoli. È il racconto dell’unica possibilità, l’unica alternativa che la fabbrica, detta ‘o cantiere, ha rappresentato per la mia famiglia in particolare e per tante, tantissime altre famiglie; a Napoli come a Taranto, a Genova come a Piombino”.

Un momento dello spettacolo

 

Una storia vera, dolorosa, vissuta. Una storia che “non ha alcuna pretesa di lanciare messaggi, ma di fare luce e raccontare dello stato di abbandono in cui ancora riversa l’Ilva da più di 30 anni. Un fabbrica che negli anni 70-80 ha spesso rappresentato l’unica certezza di lavoro per tante famiglie, ma che ha ben preso incarnato la dicotomia vita-lavoro e morte”.

Daniela Ioia, attrice che interpreta la nonna del piccolo Antimo, ci spiega così la sua esperienza. “Interpretare persone che sono realmente esistite ti carica di responsabilità. Se poi si tratta della nonna di Antimo, autore del testo nonché mio compagno di vita, la cosa si fa ancora più complicata. E’ stato un peso e un onore poter raccontare la storia di una, tante famiglie. Di un problema non solo locale, ma assolutamente nazionale. Lo spettacolo – conclude – è di una potenza travolgente. Ti fa arrabbiare, riflettere, sorridere amaramente e, allo stesso tempo, emozionare”.

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