Maria Paiato

Angela Matassa

Sarò in scena fino al 20 novembre al teatro Nuovo di Napoli  Anna Cappelli, uno studio di Annibale Ruccello. Nei panni della protagonista c’è Maria Paiato, attrice pluripremiata (ha vinto il Flaiano, l’Ubu, il Duse, Gli Olimpici), diretta da Pierpaolo Sepe. “Con questo testo indaghiamo un’epoca del benessere cui la società non era preparata. – spiega il regista – Anna è la portatrice della sottocultura degli Anni Sessanta, che ha inghiottito tradizioni culturali nobili e preziose. Nella messinscena ho voluto accentuare anche il lato noir della storia”.

Maria, questo è un testo più volte rappresentato, come sarà la sua Anna?

“Il personaggio è intrigante perché offre una grande prova d’attrice. In linea con la scena scarna voluta dal regista, simulo gesti quotidiani in compagnia solo di una valigia e di un grande fondale. Anna Cappelli è una piccolo-borghese, specchio della società dell’epoca, in evoluzione e cambiamento. Cerco di esprimere la sua trasformazione, la disperazione che la porta alla follia, puntando sul lato malefico, sulla bestia che è in ognuno di noi. E’ una piccola donna, apparentemente normale, che a causa della solitudine e dell’abbandono, libera la sua parte oscura e diventa un mostro”.

E’ stato compiuto qualche cambiamento sul testo?

“Assolutamente no. Il lavoro è fedele all’originale, sia intellettualmente che emotivamente. L’ambientazione Anni Sessanta è rimasta invariata perché l’autore fa un riferimento chiaro, ma ritengo che questa tragedia possa essere considerata un classico perché Ruccello ha saputo creare un linguaggio personale per affrontare una tematica precisa: quella degli esclusi, degli emarginati, dei disperati, dei folli,  delle famiglie apparentemente normali, all’interno delle quali però si consumano drammi enormi”.

E’ una donna molto diversa dalle sue precedenti sia al cinema che in teatro, dalla Ida Rosselli alla Maria Zanella.

“Sì, è vero. Si tratta di un lavoro differente dal solito. E’ la prima volta che interpreto un ruolo così tagliente, uso una vocalità leggera, una gestualità misurata, una recitazione quasi astratta, realistica ma minimale. E comprendo il suo percorso di ragazza che viene dalla provincia, cambia luoghi, vive in camere in affitto: è un po’ anche la mia storia di attrice. Provengo dalla campagna di Rovigo e sono approdata a Roma, passando per diversi posti”.

Non è la prima volta che lavora con Pierpaolo Sepe, l’ultima interpretazione è stata quella di “Erodiade” di Giovanni Testori, diretta da lui.

“Infatti. E devo dire che ci troviamo molto in sintonia, abbiamo gli stessi gusti, lo seguo facilmente e con piacere”.

Quali progetti ha in cantiere?

“Riprenderò le rappresentazioni di “La modestia” di Rafael Spregelburd e comincerò a breve le prove di “Santa Giovanna dei Macelli” di Brecht, entrambi diretti da Luca Ronconi.

Anna Cappelli, spettacolo che rientra nelle celebrazioni per Annibale Ruccello, è il secondo dell’abbonamento “EraEva”, l’iniziativa che mette insieme diverse arti al femminile. In teatro, durante le repliche, sarà installata un’opera di Gloria Pastore.

 

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