Mario Martone

Redazione

Mario Martone nasce a Napoli nel 1959. Fin dall’inizio la sua produzione teatrale è caratterizzata dalla multimedialità: all’interno degli spettacoli sono spesso presenti proiezioni di spezzoni di film e installazioni video con cui gli attori si trovano a interagire in scena, e numerosi effetti sonori, anche dal vivo, che scandiscono la narrazione. A partire dal 1977, inizia a porsi in dialogo con le avanguardie di quel periodo. Nel 1979 fonda il gruppo Falso Movimento e realizza spettacoli che fondono gli elementi del teatro, del cinema, della musica e delle arti visive: Segni di vita (1979), Tango Glaciale (1982), Il desiderio preso per la coda da Picasso (1985), Ritorno ad Alphaville (1986), tutti destinati a essere riproposti in estese tournée internazionali. Nel 1987 propone a Toni Servillo e Antonio Neiwiller di formare un nuovo collettivo, Teatri Uniti. Anche in questo caso l’azione artistica è volta all’apertura e alla condivisione: nel giro di pochi anni le produzioni di Teatri Uniti coinvolgono numerosi altri artisti, tra cui Fabrizia Ramondino, Leo De Berardinis, Enzo Moscato, Carlo Cecchi e Steve Lacy. Martone immagina che le ricerche del gruppo possano ampliarsi includendo anche il cinema e realizza i suoi primi film: Morte di un matematico napoletano, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1992, L’amore molesto (1995), tratto dal romanzo di esordio di Elena Ferrante, Teatro di guerra (1998).

Lo stesso spirito anima la direzione del Teatro di Roma, affidata dal 1998 al 2000 a Martone, che imprime una svolta di radicale rinnovamento della programmazione, coinvolgendo anche altre arti e le nuove espressioni sceniche, e fondando il Teatro India, ricavato da una vecchia fabbrica in disuso sul Lungotevere. Nell’ambito della successiva direzione del Teatro Stabile di Torino (2007-2017), ha realizzato gli spettacoli Operette morali da Giacomo Leopardi, La serata a Colono di Elsa Morante, Carmen di Enzo Moscato con l’Orchestra di Piazza Vittorio, Morte di Danton di Georg Büchner, Il sindaco del rione Sanità di Eduar do De Filippo, creato nella periferia di Napoli con gli attori del Nest di Napoli.

Martone realizza anche numerose produzioni cinematografiche, dal documentario dedicato nel 1993 al gallerista napoletano Lucio Amelio e al suo progetto di collezione Terrae Motus, al mediometraggio Una storia Saharawi, re-alizzato nei campi profughi Saharawi nel 1996. Filma alcune opere teatrali, tra cui lo spettacolo-manifesto di Teatri Uniti intitolato Rasoi (messo in scena con Toni Servillo nel 1991 e poi divenuto film nel 1993).

In teatro dirige più volte alcune tragedie greche (tra cui Edipo re e Edipo a Colono, con un coro d’immigrati e le scenografie di Mimmo Paladino) e diversi testi di autori contemporanei.

Dal 2000 inizia a curare la regia di opere liriche nei maggiori teatri d’opera del mondo: fra le più recenti, il 7 dicembre 2017 inaugura la stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano con Andrea Chénier di Umberto Giordano, e pochi mesi dopo mette in scena il Falstaff di Giuseppe Verdi alla Staatsoper di Berlino, con la direzione d’orchestra di Daniel Barenboim. Negli ultimi anni Martone si è dedicato alla realizzazione di due film che raccontano l’Italia dell’Ottocento con uno sguardo contemporaneo: Noi credevamo (2010) e Il giovane favoloso (2014), premiati complessivamente con dodici David di Donatello.

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