Puntare su Massimo Masiello. E’ quanto sta facendo Francesco Scarano, giovane impresario, che ha colto nell’attore e cantante partenopeo il talento che da anni sta facendo emergere con un lavoro e uno studio costanti. L’artista sarà in scena al Teatro Augusteo di Napoli il 13 e 14 marzo 2023 con Palcoscenico, uno spettacolo curato da Gianni Conte per la direzione artistica e la regia, da Roberto D’Urso per le coreografie e da Lino Pariota per le musiche, con i musicisti sul palco.
Masiello, un’esperienza nuova.
“E’ proprio quello che Scarano vuole: uscire dai confini della regione per costruire un’immagine di me più nazionale, che parli non solo di prosa e canzoni, ma che mi metta in gioco anche personalmente”.
Che cosa vedremo, dunque?
“Sarà uno spettacolo vario, una messinscena tra recitazione, musica e coreografie, interpretata da una numerosa compagnia, per riportare alla ribalta suoni e temi dagli Anni Sessanta ai Novanta. Partiamo da “Volare”, che rappresenta il sogno. Anche il mio: quello di voler diventare un artista nella vita”.
Ci dica qualche titolo.
“Interpreterò “Un mondo d’amore” di Morandi, “Erba di casa mia” di Ranieri, “Un’estate al mare” di Giuni Russo, un paio di brani di Renato Zero, “La notte” di Adamo ( di cui abbiamo realizzato il singolo), successi di Gabriella Ferri, Dalla, Carrà, Tozzi e tanto altro, ma a modo mio”.
Cioè?

“E’ come se avessi indossato un abito da mettere a misura, da modellare sull’attore e il cantante che sono io oggi. Anche se, inevitabilmente, alcuni motivi riporteranno subito alla mente gli originali, i più conosciuti avranno arrangiamenti nuovi, per farli conoscere ai più giovani, e permettere ai meno giovani di ricordare le melodie che li hanno emozionati”.
Qual è l’ambientazione?
“L’azione si svolge in un aeroporto, qui comincia il viaggio. Nel secondo tempo, viene annunciato un ritardo del volo, che porta negli Anni Ottanta. Qui, il testo mi permette di raccontarmi, di parlare un po’ di me, della mia visione della società e dell’umanità. Delle promesse non mantenute dalla politica, dell’accantonamento dell’arte e della cultura a favore dell’ego, del ritmo troppo veloce, che scandisce le nostre vite. Ogni canzone rappresenta una tappa”.

Uno spettacolo tutto italiano. Quanto le manca Viviani, di cui è interprete affermato?
“Non mi può mancare. E’ una presenza costante in me e nel mio lavoro. Infatti, sarò ancora in scena al Teatro Trianon con Lalla Esposito e Nello Mascia nel suo progetto sull’opera del grande drammaturgo”.
Nel lungo percorso artistico, ha lavorato con noti registi, in televisione, in teatro. Ha un’aspirazione?
“La più grande è quella di poter formare una mia compagnia e poter vivere di questo mestiere, che amo e mi affascina. Avere successo, certo, è necessario, ma non m’interessa la popolarità che non sempre è la stessa cosa. Mi interessa invece emozionare il pubblico, essere amato e stimato”.