“Comicità irriverente, situazioni al limite dell’assurdo e del grottesco, funambolici travestimenti attraverso i quali L, il protagonista e unico attore in scena, riesce a dar vita all’inesistente. Sei personaggi immaginari che non rappresentano che le sue ossessioni, i suoi incubi. Egli è confinato nella propria stanza ove è presente un unico oggetto, un frigorifero”. Così i registi Massimo Verdastro e Giuseppe Sangiorgi su Il Frigo, testo del 1983 del geniale drammaturgo franco-argentino Copi.
In scena fino a domenica 12 novembre al Ridotto del Mercadante, nella traduzione di Luca Coppola e Giancarlo Prati. In prima nazionale, inaugura la stagione teatrale 2023/2024 della sala piccola dello Stabile partenopeo.
Come ormai ha abituato il pubblico, Massimo Verdastro, interprete unico dello spettacolo, riveste più ruoli, personaggi immaginari, ben diversi tra loro, nel testo dell’autore, accostato a Beckett e a Pirandello, per l’assurdità delle situazioni.
Il frigo è il totem dei tempi moderni, oggetto tecnologico intorno al quale ruota l’azione. Dichiara l’attore: “Al cospetto del frigo/monolite/specchio tento di rivelare, ciò che racchiude il mio corpo di attore attraverso travestimenti, sdoppiamenti improvvisi, incontri inaspettati, delitti, aggressioni, stupri. E’ la funambolica lingua di Copi che fonde commedia, farsa, pochade, tragedia, dando vita ad una sorprendente e disperata comicità.
Con Copi affronto la sfida di mettermi ancora una volta in gioco, offrendo a me stesso la possibilità di interpretare vorticosamente e voluttuosamente i sei diversi personaggi. Mi assumo il rischio folle e lucido di vivere una metamorfosi che si materializza in scena, a vista, senza rete, in compagnia di un partner inquietante e muto, il Frigo…”.
Le scene dello spettacolo sono di Pier Paolo Bisleri, i costumi di Roberta Spegne, le luci di Carmine Pierri, i video di Leandro Summo, la produzione è del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.
