
In un mese di maggio poco canonico dal punto di vista meteorologico (anche se il caldo primaverile estivo pare stia per arrivare) ci pensa la musica della tradizione a riscaldare i cuori ancora in inverno.
Il potere catartico dell’arte si veste così delle splendide linee architettoniche della Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone a Napoli, nonché delle melodie di Mater Maggese, lo spettacolo con visita guidata dell’ultimo evento targato NarteA.
Nell’attesa del secondo appuntamento al Complesso Monumentale dei Pellegrini alla Pignasecca, in programma sabato 27 maggio alle 19, dopo il primo Peregrinos di marzo, il pellegrinaggio artistico e spirituale a cura dei ragazzi dell’associazione culturale NarteA si è realizzato stavolta attraverso il tour all’Egiziaca e grazie alla splendida voce del maestro Francesco Viglietti.
Domenica 21 maggio questo gioiello del barocco napoletano, incastonato nella collina di Pizzofalcone, già primigenio nucleo dell’antica colonia greca Partenope e poi falconeria degli Angioini richiamati a Napoli dal Papa dopo gli Svevi, ha accolto visitatori e appassionati in un viaggio nel tempo, guidati come sempre dallo storico dell’arte Matteo Borriello.

Dalla storia della santa nordafricana che porta il nome della Madonna, ex peccatrice e prostituta poi convertitasi, si giunge così alla vicenda delle cinque monache agostiniane in rotta con il monastero di Santa Maria Egiziaca a Forcella, e orientate verso una più fedele regola di clausura in piena Controriforma cattolica.
Insediatesi inizialmente in una ex casa nobiliare cinquecentesca, le monache fondarono alla metà del ‘600 un luogo di culto e un complesso, progettato a sua volta dal grande architetto Cosimo Fanzago, che vedrà il completamento solo all’inizio del ‘700 grazie a Francesco Antonio Picchiatti e ad Arcangelo Guglielmelli.
In questa perla del barocco partenopeo il concerto di Viglietti, accompagnato al piano dal maestro Luigi Tirozzi, le note di Era di Maggio, Maggio se ne va, Torna Maggio, Miettece ‘e Mane – solo per citare alcune canzoni -, hanno emozionato, spaziando dal repertorio della musica classica napoletana fino alle melodie più viscerali di Enzo Avitabile, a quelle mediterranee di Antonio Sinagra e del compianto Pino Daniele, passando per Totò, Faiello, Di Capua, Salvatore Di Giacomo, De Simone e l’immenso De André.

“Nelle invocazioni Mamma d’’o Carmene, Mamma ‘e Pumpei, Mamma ‘e ll’ arco, il richiamo a colei che dispensa protezione, i richiami affettivi prepotenti, ancestrali hanno spesso sfumature amare o ironiche”, spiega l’autore e interprete Francesco Viglietti.
Mater Maggese è stato un “pellegrinaggio teatrale” intenso ed emozionante, volto a ricordarci la bellezza del mese mariano per eccellenza.