Attrice e cantante di razza oggi Angela Luce è consacrata anche poetessa ed esce come autrice di Momenti di… luce, poesie e qualche pensiero per Guida editore.
Nella prefazione il regista Pupi Avati (con cui Angela Luce ha lavorato nel film “La seconda notte di nozze”) ha voluto e saputo puntualizzare la capacità di Angela di esprimersi, oltre che con la voce, con lo sguardo, con i gesti, anche con la scrittura in versi.
Oltre a farci ripensare a Totò, a Peppino, a Eduardo, ai Taranto, al cinema, al teatro, alla musica, alla televisione, cui ha dedicato la vita. A Bambenella o a Ipocrisia, da oggi ci comunica i suoi sentimenti personali, le emozioni intime, le esperienze, i dolori, affrontando temi universali, che ci riguardano tutti e che ci toccano da vicino. L’amore, la nostalgia, la rabbia, il dolore, il rimpianto, l’amarezza, la speranza. Il tutto immesso in un contorno vivido e palpabile sia si tratti del set cinematografico sia della sua stanza. Dell’intimo del cuore pulsante, delle vene, della mente o del corpo vivo che reagisce e vuole farsi sentire.
55 poesie che compongono il volume (una per ogni anno di carriera, una singolare coincidenza) in cui attinge ai colori di una tavolozza personale
Angela Luce è poetessa perché ha quella capacità di sintesi di cui il poetare necessita. Per esempio scrive in ‘Na lenza ‘e sole: Arape ‘sta fenesta,/guarda quanta sole ce sta dint’ a sta vita che è ancora tutt’ ‘a toja. Quanti concetti esprime questa frase, una sola frase per una miriade di concetti: la tristezza, la solitudine, la paura, la morte, la gioia, ed altro ancora.
E’ giocoliera nella vita e nella scrittura. Passa da “castelli in aria e cavalieri” a composizioni in rima e non. Da sogni ad occhi aperti alla consapevolezza di una vita “pienamente vissuta”. Gioca sul filo senza rete della vita e con le parole, un foglio bianco e una penna, con i pensieri e i sentimenti.
Ed è leggera la sua scrittura. Leggera, non superficiale perché è donna sincera, schietta, umana, a volte impulsiva, mantengono una levità che è dei grandi scrittori, sia quando compone in lingua che in dialetto.
Pupi Avati dichiara di prediligere quelle dialettali perché, dice: “Sono più aderenti alla personalità di Angela e anche alla sua sfolgorante bellezza”.
Bisogna, comunque, ammettere che la vivezza dell’espressione è mantenuta intatta sia nell’uno che nell’altro idioma (‘Na luce o Lame di luce. Semplicemente donna o Senza ’e te, Dopo l’inverno o Me faccio male e così via). Tanto è vero che alcune di esse sono già diventate canzoni: il maestro Leonardo Barbareschi, con il suo buon orecchio, ha subito fiutato la qualità e si è dedicato a comporre la musica.
Angela Luce – Momenti di… luce – Guida editore – euro 10