Monnezza e gravità

Maresa Galli

Un momento della performance
Un momento della performance

E’ un intenso viaggio individuale nella “sospensione” dalla materia – dalla “monnezza”, dal caos, dalle voci che si accavallano nel rumore costante – Per oggi non si cade di Manlio Santanelli, messo in scena da Fabio Cocifoglia per il Napoli Teatro Festival Italia. La piéce ha, infatti, come scenario naturale l’Accademia di Belle Arti di Napoli, da (ri)scoprire in un originale percorso, accompagnato dall’ascolto con audioguida, che consente di soffermarsi ad ascoltare/ammirare foto, videoproiezioni, installazioni, statue svelate dalla luce delle candele, graffiti e video che fanno scorrere iconiche immagini esposte in edicole votive, immagini ormai sacre che costituiscono un pantheon partenopeo e universale, costituito, tra gli altri, da Maradona, da Pulcinella che mangia gli spaghetti, dal Principe De Curtis. Il progetto visivo, arricchito dalle fotografie e dagli allestimenti scenografici degli studenti di Scenografia e Fotografia, è a cura di Manlio Santanelli, Fabio Cocifoglia, Rosi Padovani, Francesco Landi. “Purtroppo – scrive Santanelli – la situazione è destinata a durare solo un giorno; e così, quando la forza di gravità “riprenderà servizio”, la cittadinanza intera dovrà fare i conti con il crollo di quella eterogenea coltre venutasi a formare a causa del loro irresponsabile comportamento”. Amalia Cecere vedova Quartullo, dalla quale la storia ha inizio, maledice l’ultimogenito Diegoarmandomaradona mentre lava il suo quartino all’ultimo piano di via Purgatorio ad Arco. Il terribile figliolo, adeguatamente apostrofato dalla donna, ha sparso la spazzatura per tutta la casa. Impossibile, per l’entropia, far rientrare “tutto a ‘o pizzo suje”; dopo averlo fatto Amalia lancia il sacco per aria che rimane sospeso. Così Santanelli cuce insieme storie intercalate dall’emblematica frase “e il notaio in pensione Ferdinando Manes sempre là alla finestra, che non fa una piega” – simbolo di una borghesia  da troppo tempo spettatrice indifferente, lontana. Tanti personaggi per un racconto polifonico affidato alla voce narrante di Mario Tozzi, fatto di voci intrecciate, di protagonisti a tinte forti che mostrano una Napoli crudele, con i suoi inquietanti interni domestici ed i suoi allucinati scenari di vicoli e piazzette, una Napoli tra Viviani, Marotta e Beckett fino ai limiti dell’irreale. Le scene sono registrate da Hubert Westkemper con la tecnica olofonica che consente una full immersion nei luoghi e nelle storie. “Vorrei che suoni, parole e installazioni – spiega il regista Cocifoglia – dessero agli spettatori un effetto di sospensione, di volo basso, da farli sentire un po’ come angeli sopra Napoli”. Voci straordinarie che accompagnano lo spettatore in un’esperienza sensoriale pressoché unica Federica Aiello, Antonella Cioli, Isa Danieli, Antonella Morea, Nello Mascia, Mario Porfito, Nunzia Schiano, Lello Serao.

 

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