
Cinque teatri napoletani si uniscono in una rete di collaborazione e sinergie. Sono comunemente definiti “piccoli” e offrono una programmazione diversa da quella dei “grandi”, alternativa, giovane, di ricerca. Sono Il Piccolo Bellini, il Theatre De Poche, l’Elicantropo, il Teatro Area Nord, Interno 5. Contengono da 30 a 150 posti e da oggi sono riuniti sotto la sigla Politeatro, circuito spettatori appassionati, che ha come logo un simpatico polpo con gli occhiali. I rispettivi direttori artistici, Daniele Russo, Peppe Miale, Carlo Cerciello, Lello Searo, Hilenia De Falco, spiegano che il loro intento è quello di “ribaltare la visione di chi fa teatro e di metterci nei panni dello spettatore”. Quindi, esaminati i problemi e i disagi principali da parte del pubblico per recarsi a teatro con continuità, hanno attuato una strategia dalla parte dello spettatore. Il che vuol dire costi bassi, possibilità di spostamento con navetta o altri mezzi dedicati, card favorevoli.
Certo, offrire uno spettacolo scontato fino a tre euro è davvero pochissimo se si pensa che molti allestimenti contano compagnie anche numerose, ma loro dividono compiti e rischi per avvicinare la gente a quel luogo spesso considerato “un mostro o un posto nel quale ci si annoia”. E’ soprattutto alle nuove generazioni che pensano i direttori. “Una fascia purtroppo difficile da coinvolgere. – spiega Daniele Russo – Ognuno di noi userà i propri canali, ma ci impegneremo per raggiungerle anche nelle università”.
Il progetto è lodevole e ambizioso. Significativo in una città (e in un Paese) in cui domina l’individualismo a tutti i costi. “Non è stato facile nemmeno per noi. – ammettono – Forse qualche anno fa non ci saremmo riusciti, ma ora, con la crisi che colpisce non solo le tasche, ma la cultura, lo sviluppo delle persone ed evidenzia le distanze, ci sembra la strada migliore, la condivisione è importante”. Guardare poi dalla parte dello spettatore “è un dato di cambiamento”. Un’operazione appena partita, ma “aperta a tutti. – garantiscono – La rete sostiene le compagnie e cerca di assicurare il pubblico in sala. Ci sono affinità e diversità tra di noi. E’ un esperimento, cercheremo ciò che in ognuno è funzionale all’altro”.
Cinquantasei messinscene in totale, come un unico cartellone dal quale scegliere sera per sera. Le card (una under e l’altra over 30) dal costo di dieci euro, offrono i diversi servizi e gli sconti sul prezzo del biglietto (unificato che costerà normalmente quindici euro), punti e convenzioni pure per l’ospitalità.