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Dal 26 al 28 marzo, al teatro Il Primo di Napoli, Arnolfo Petri interpreta (con Gianfranco Lettera) e dirige (con Angela Di Maso) Camurrìa, un suo testo ambientato nel carcere di Secondigliano.
Nella penombra di una cella, due umanità a confronto: Salvatore, detto Totore, “guaglione” della potente cosca dei D’Urso, imprigionato per l’omicidio di un prete anticamorra, Don Alfonso Minniti, freddato otto mesi prima, durante le celebrazioni del Giovedì Santo; e Marcello, omosessuale, ed ex professore di Liceo della Napoli bene, accusato di adescamento di minore, il quale, per fuggire la sua triste realtà, ama identificarsi in Hedy Lamarr, la famosa diva cinematografica degli anni’40.
Verità inquietanti e nascoste vengono confessate quando i due protagonisti si affrontano “corpo a corpo”, in uno spietato scontro tra amore-odio, sogno-realtà, tenerezza e sopraffazione. E’ così che tra brandelli di un film melodrammatico, pagine di diari mai confessati, ricordi di infanzie terribili e di dolori mai sopiti, la distanza tra i due mondi alieni diventa vicinanza, fino al ” sacrificio” che l’uno per l’altro compie.
“Un’ora di spettacolo suddivisa in cinque quadri, – spiega la Di Maso – ognuno dei quali, caratterizzato da una propria luce e da intermezzi, variazioni sul tema di “Blue moon”, scelta musicale non casuale perché il titolo fa riferimento ad un modo di dire inglese “luna malinconica”, ma indica soprattutto la terza luna piena nel caso in cui si hanno 4 lune piene in una sola stagione, evento rarissimo; così com’è, purtroppo raro, che la diversità divenga rispettata normalità”.