Nessun revisionismo per Benito il Duce

Angela Matassa

Comincia con uno stupro a una ragazza da lui perpetrato, la biografia di Benito Mussolini, che Aldo Cazzullo ha scritto per il reading con musica Il Duce delinquente, anteprima di stagione del Teatro Mercadante di Napoli, in scena dal 27 al 30 settembre 2023.

Il Duce. Moni Ovadia in scena

Accanto a lui in palcoscenico, Moni Ovadia, che legge i testi della retorica fascista e quelli antifascisti, canta le canzoni dell’epoca, che hanno segnato il ventennio e non solo. Tra le altre, Abbassa la tua radio, Bella abissina, Faccetta nera, accompagnato dalle musiche eseguite dal vivo dalla pianista e violoncellista Giovanna Famulari.

Un racconto che vuole chiarire – a suo dire – l’immagine deformata che molti hanno ancora del Duce, “che credono sia stato uno statista”.

Nelle due ore circa di parole e musica, tra la recitazione appassionata di Ovadia e i fatti del periodo fascista, i protagonisti presentano la vita privata e pubblica del Duce, inventore dei “fasci”, delle “camicie nere”, dei “piccoli italiani”, delle purghe di olio di ricino, delle leggi razziali. “La violenza è una necessità” ripeteva Mussolini dal suo balcone. La guerra una conseguenza. Ne dichiarò troppe, mandando a morire perfino i suoi stessi connazionali.

Un “delinquente” che fu capo di un esercito inesistente, che si credeva superiore perfino a Hitler con il quale si alleò, pur avendo giurato che non l’avrebbe mai fatto.

Il Duce. Nella foto Antonio Gramsci

Scorrono immagini proiettate: del dittatore nelle sue espressioni più violente e allucinate. Delle sue vittime private: la moglie e il figlio, finiti in manicomio per sua volontà.

Si stagliano le fotografie di Matteotti, Gramsci, D’Annunzio, Marinetti, Gobetti, i fratelli Rosselli, don Minzoni. Del Re. E di tanti, tra gli amici e collaboratori da Starace a Balbo a Ciano. Il Duce: l’uomo che si credeva al di sopra di tutti, narcisista, cattivo, sanguinario e traditore.

Nelle parole e nelle proiezioni i nomi dei tanti intellettuali perseguitati, confinati o uccisi. Il ricordo della minaccia a mano armata ai genitori per sposare Rachele. Gli editti punitivi. La discriminazione feroce contro i dissidenti, gli avversari, gli omosessuali, gli ebrei. Fino ai fatti più recenti: il neofascismo delle bombe sui treni, nelle banche, in piazza.

Il Duce. Giovanna Famulari al pianoforte

Il giudizio morale sul fascismo è assoluto: è stato un crimine – commenta Moni Ovadia – In Italia non è più tollerabile alcun tipo di revisionismo. Mussolini è stato il più grande assassino degli italiani della storia. Li disprezzava apertamente, profondamente. Non a caso, una delle sue frasi più celebri era “governare gli italiani non è impossibile, è inutile”!

Un racconto che riporta alla mente una storia nera, terribile, che nessuno può più riportare dal vivo, se non spulciando tra documenti autentici e offrire una verità forse ancora più terribile di quella tramandata dai libri di storia.

Il pubblico ha accolto con grande entusiasmo lo spettacolo, applaudendo agli interpreti, alle canzoni eseguite dalla voce roca di Moni Ovadia, sempre attento alla storia più difficile e dura. Portavoce di chi la voce non l’ha avuta se non nel grido di orrore o di paura.

Il Duce. Le fosse

Un evento realizzato nel mese del ricordo delle Quattro giornate di Napoli, ma anche in un momento storico, che preoccupa chi è sempre stato – anche se solo idealmente – al fianco dei partigiani.

Il Duce. Madre e figlio in manicomio

 

 

 

 

 

 

 

 

(Foto di Achille Carbone)

Notizie Teatrali © All rights reserved

Powered by Fancy Web