New Scarlatti Jazz Project

Maresa Galli

Si è appena concluso il Festival Internazionale del ‘700 Musicale Napoletano promosso dall’Associazione Domenico Scarlatti, fondata nel 1982 dal maestro Enzo Amato, per diffondere

Un momento del concerto
Un momento del concerto

la grande musica e la cultura della Scuola Musicale Napoletana del Settecento. Questa XII edizione del festival è stata realizzata in occasione del trecentesimo anniversario della nascita di Niccolò Jommelli. Nel ricco programma di concerti, percorsi guidati, enogastronomia, gli artisti hanno eseguito sinfonie, sonate e concerti, dall’opera buffa, alla musica popolare, da Mozart al jazz. Scarlatti, Jommelli, Durante, Piccinni, Paisiello, Porpora, Sacchini, Zingarelli, Cimarosa, Florimo sono ricordati dalla toponomastica napoletana che conserva memoria del grande patrimonio musicale della celebre Scuola. Preziose notizie storiche si apprendono dal testo di Enzo Amato, “La Musica del Sole” (Controcorrente edizioni), per ribadire il ruolo di Napoli capitale mondiale della musica nel ‘700.

Nella Sala della Loggia al Maschio Angioino, il 22 aprile, il concerto della “Triade eccedente” conquista il numeroso pubblico. Bruno Persico al pianoforte, Luca Signorini al violoncello, Enrico Del Gaudio alla batteria presentano il New Scarlatti Jazz Project che rilegge sonate per pianoforte, partiture orchestrali soprattutto delle Sinfonie Parigine per orchestra d’Archi, flauto ed oboe, mescolandole sapientemente con il sentire jazz. La triade ha lavorato su sinfonie inedite di Domenico Scarlatti reperite da Enzo Amato a Parigi, filtrate alla luce della sua fantasia improvvisativa. “Ritorniamo per un momento all’epoca di Scarlatti – esorta Persico – e divertiamoci, com’era costume, sulle sue Sonate, pasticciandole”. Lo splendido “pasticcio” è ad un tempo melodico, armonico, ritmico. I maestri si scambiano il posto prima di cominciare suonando l’altrui strumento, invitando il pubblico a partecipare. Dalle suites di Johann Sebastian Bach alle sonate di Scaralatti, da “Body and Soul” a “Blue Moon” il concerto è un elegante continuum improvvisativo di perle musicali. Il trio saluta con un’appassionante versione di “Summertime” e concede bis al pubblico che non andrebbe mai via.

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