Non convince Oedipus

Angela Matassa

Ha unito l’antico e il moderno. Il classico e il contemporaneo, contaminando le arti, com’è nel suo stile. Robert Wilson porta in scena Oedipus, da Sofocle, dopo aver lavorato gli scorsi anni con i giovani nei laboratori, soprattutto a Vicenza, al Teatro Olimpico, per cui è nato lo spettacolo. Lo ha presentato giovedì 5 luglio 2018in prima mondiale per la rassegna Pompeii Theatrum Mundi.

Annunciati da una luce abbagliante, si svolgono cinque quadri e un prologo (Mariano Rigillo, col viso bianco, come fosse un’antica maschera, racconta brevemente la storia e la ripete più volte), sullo sfondo meraviglioso del Teatro Grande di Pompei, uno scenario naturale che consente di accostare l’antico al moderno senza l’uso di scenografie, sul quale si muovono o sostano o danzano i protagonisti.

La storia è solo un pretesto, la vicenda di Edipo che uccide il padre e sposa la madre, destino annunciato dalla profezia dell’oracolo di Delfi, e invano contrastato dagli uomini, è sintetizzata in poche frasi, ripetute con continuità e tradotte nelle diverse lingue in cui è concepito lo spettacolo: tedesco, francese, inglese, greco antico. Un gruppo d’interpreti di grande livello, si esprimono nella multidisciplinarietà, concetto che del teatro ha il regista americano.

Pochi giochi di luce o effetti speciali, poche invenzioni. Grande lentezza nei movimenti, pause e alternarsi di musica, suoni e urla. Un sassofonista è in scena, anch’egli interprete, dunque, più che di un personaggio della storia, quanto di uno dei linguaggi. Forse il regista americano ha voluto esprimere i temi universali racchiusi nella tragedia, piuttosto che le parole del testo. Il dolore, l’incomunicabilità, l’incesto, l’ambizione.

Una scena (foto di Lucie Jansch)

Lo spettacolo risulta freddo e poco coinvolgente. C’è un forte autocompiacimento nel lavoro e nella ricerca della perfezione. E Wilson, non riesce a superare se stesso, né ad emozionare, nonostante l’uso di diversi spazi dell’antica arena. Un palcoscenico come rotante, su sui si esibiscono danzatori e attori, occupando non solo il palco naturale, ma anche una parte della platea e scendendo tra gli spettatori.

Edipo, il tiranno di Tebe, (Michalis Theophanous), inconsapevolmente, ucciderà il vecchio padre Laio e andrà a nozze con la madre Giocasta (Casilda Madrazo), con la quale genererà quattro figli.

Al destino non si comanda, dall’antica Grecia a oggi.

Molto diviso il pubblico, in gran parte deluso, che ha tributato scarsi applausi all’artista e alla ricca èquipe che ha lavorato con lui.

 

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