
Ritorna in scena dopo una sosta di quattro anni Notre Dame de Paris, il musical tratto dal romanzo di Hugo, riscritto per la scena italiana da Pasquale Panelli, con le liriche di Luc Plamondon, musicato da Riccardo Cocciante (con gli arrangiamenti anche di Iannick Top e Serge Perathoner), per la regia di Gilles Maheu. Lo spettacolo si fermerà al Teatro Palapartenope di Napoli, dal 20 al 25 aprile, poi al Palasele di Eboli il 30 aprile e il primo maggio, per proseguire la tournée in tutt’Italia. Date già quasi esaurite.
Un musical da record (nato a Parigi diciotto anni fa), come ricordano gli organizzatori, che in undici anni aveva già al suo attivo quasi mille repliche, due milioni e mezzo di spettatori.
Ma il dato più attraente e significativo per questo nuovo allestimento è che sulla scena ci sarà il cast storico. Quello che a Roma quattordici anni fa fece impazzire il pubblico con la versione in italiano. Ci tengono a precisarlo la produzione (David e Clemente Zard), gli organizzatori, gli interpreti.
“Ho sentito la fiamma riaccendersi all’idea di tornare insieme in scena. – spiega Giò Di Tonno, che veste i panni del mitico Quasimodo – Dopo i primi dubbi abbiamo ceduto a questa magnifica idea”.
Leggermente rinnovato, nei costumi, nelle scene e nell’esecuzione canora. “Meno in stile Cocciante – spiega Di Tonno, reduce da successi musicali e televisivi – e più vicino ai nostri timbri, alle esperienze maturate da ciascuno di noi”.
Il segreto non lo sanno spiegare: è uno spettacolo bello, popolare, perfettamente organizzato, “ispirato”, precisa Giò Di Tonno “e poi forse nell’immaginario collettivo, siamo noi che la gente si aspetta di vedere”.
Solo due le new entry Leonardo Di Minno (Clopin) e Tania Tuccinardi (Fiordaliso).
“E’ stato difficile pensare di non partecipare. – commenta Matteo Setti, Gringoire il poeta – Abbiamo approfondito l’intimo dei personaggi, cercato di non apparire stucchevoli, falsi e ripetitivi. Ma musicalmente è intatto perché Riccardo Cocciante, pur se scettico all’inizio, non ha voluto modificare nulla. Non ci sono suoni datati, gli strumenti usati sono senza tempo”.
L’essenzialità del muro – spiegano – è stata la linea seguita dalla regia per tutto l’allestimento, assolutamente minimalista.
“Dopo le prime prove, abbiamo ritrovato il giusto tono. – continua Setti, appassionato interprete rock – Una volta indossati i costumi e saliti sulla scena, è tornata la memoria (anche muscolare) e tutto è andato alla perfezione”.
Nuove esperienze, ricchezza e maturità professionale riversate in questa prova, che li vide giovanissimi.
Ma a voi che cosa ha dato Notre Dame di Paris?
Giò Di Tonno: “Sono cresciuto accanto a grandi artisti internazionali, dopo questo impegno ho avuto la consapevolezza di voler fare questo mestiere”.
Matteo Setti: “Mi ha fatto capire che la curiosità e il talento non bastano. Occorrono tenacia, convinzione, preparazione. Spesso capita di lavorare in cose che non piacciono: ho imparato a gestire anche queste. E ho imparato che è necessario credere in sé e curarsi di sé, come uomo e come artista: certamente porterà risultati nel futuro”.

IL CAST
Lola Ponce (Esmeralda), Giò Di Tonno (Quasimodo), Vittorio Matteucci (Frollo), Leonardo Di Minno (Clopin), Matteo Setti (Gringoire), Graziano Galatone (febo), Tania Tuccinardi (Fiordaliso). Ballerini, acrobati, breakers.