Oggetto o bambino?

Redazione

di Margherita Dini Ciacci*

Il Presidente dell’Unicef Campania
Margherita Dini Ciacci

Tutti, proprio tutti, si stanno interrogando dopo il grave episodio accaduto davanti alla scuola di Padova avente a vittima i bambini: quello portato via con la forza da padre e polizia e gli alunni che hanno assistito. Non risolve gli interrogativi il fatto che gli adulti abbiano agito in esecuzione d’un provvedimento dell’Autorità giudiziaria.

Ci chiediamo: perché il bambino non vuole andare con il padre? Perché deve vivere in Istituto perdendo i suoi riferimenti quotidiani, i suoi compagni, la sua vita scandita fra scuola e casa? Sono gli interrogativi che alimentano il contenzioso fra gli interlocutori istituzionali e parentali del bambino fra i quali continueranno le battaglie mentre il bambino conteso piangerà in solitudine l’infanzia sepolta sotto le liti degli adulti.

Il dramma di Leonardo è testimonianza del dramma di migliaia di bambini trattati dagli adulti come oggetti su cui scaricare il proprio senso di possesso e le proprie frustrazioni. Pensando a re Salomone ed alla madre che rinunzia al figlio per salvargli la vita ci chiediamo chi ama tanto un figlio da lasciarlo all’altro. Chiediamoci anche se l’ascolto del bambino, sancito dall’art. 12 della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia del 20.11.1989, recepito dall’Italia con L 176/91, sia la base dei rapporti che gli adulti, in primis genitori, devono sostenere con i bambini.

Nel 2011 il Consiglio Superiore della Magistratura, con l’UNICEF Italia, ha dedicato mesi  di incontri sul tema dell’ascolto giudiziario per rendere effettivo su tutto il territorio nazionale il diritto del minore ad essere ascoltato nei procedimenti in cui è coinvolto. Ancora oggi, purtroppo, manca la cultura dell’ascolto, che potrebbe guidare i processi di crescita del territorio sollecitando la partecipazione attiva del bambino a quanto lo riguarda.

Primi fra tutti dovrebbero prepararsi all’ascolto i genitori. Proprio in questi mesi, con il Comune di Napoli, con le Municipalità, l’UNICEF sta sostenendo la necessità di creare Punti-Ascolto per realizzare una politica mirata e condivisa in favore dell’Infanzia locale creando sinergie fra tutti gli interlocutori del bambino – famiglia, scuola, municipalità, associazioni laiche e religiose, forze sociali – e sollecitando la partecipazione del bambino.

Quando nel 1994, il Comune di Napoli, con l’UNICEF, aprì i Consigli Circoscrizionali dei ragazzi, iniziò il percorso di democrazia partecipata che ancora oggi, in molte Municipalità, crea un legame fra Sindaco, Amministratori e giovani cittadini. Oggi le prime Circoscrizioni che aprirono ai CCJ, S. Giovanni a Teduccio ed  Arenella, sostengono un fruttuoso dialogo con i giovanissimi consiglieri del CCJ.

Se ancora oggi molti quartieri a Napoli sono luoghi di indifferenza, violenza, pericolose promiscuità dipende dal fatto che non si lavora insieme. Il Bambino padre dell’umanità va aiutato a crescere in un mondo, un Paese, una famiglia, una comunità attenti ai suoi bisogni vitali, alla sua fame d’amore, alla sua sete di giustizia, alla sua necessità di identificarsi con modelli di riferimento validi e di interagire con l’ambiente fisico, umano e sociale in cui vive.

E’ la strada per costruire insieme, famiglie e comunità, la Città Amica dei Bambini e degli Adolescenti affinché domani le vittime di oggi non diventino carnefici.

*Presidente UNICEF Campania                           

 

 

 

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