La pluripremiata compagnia Anagoor nel suo ultimo lavoro, intraprende un rapporto con il poeta Andrea Zanzotto per realizzare Ecloga XI, che sarà in scena il 22 e 23 ottobre 2022 al Teatro Nuovo di Napoli. Muovendosi tra tecnologia, video e teatro, il collettivo si confronta da anni e con ostinata, ricercata inattualità, con grandi maestri del passato, da Giorgione a Virgilio, fino appunto al poeta di Pieve . “Un lavoro profondo che tra simboli e archetipi conduce a una memoria culturale collettiva”.
Muovendosi tra tecnologia, video e teatro, Anagoor, il pluripremiato collettivo italiano, vincitore del Leone d’Argento per il Teatro alla Biennale Teatro 2018 e di numerosi altri premi in Italia e all’estero, si confronta da anni e con ostinata, ricercata inattualità, con grandi maestri del passato, da Giorgione a Virgilio, fino appunto al poeta di Pieve di Soligo. Un lavoro profondo che tra simboli e archetipi conduce a una memoria culturale collettiva.

Questo nuovo lavoro, con la regia di Simone Derai (che firma anche la drammaturgia con Lisa Gasparotto), l’interpretazione di Leda Kreider e Marco Menegoni, le musiche e il sound design di Mauro Martinuz, prosegue l’indagine scenica sulla parola poetica, intercettando stavolta quella di Andrea Zanzotto, con il quale condividono la sofferenza per la devastazione e la tenacia nel rinnovare la fiamma di arti solo apparentemente inascoltate. Le voci del Recitativo Veneziano sono affidate a Luca Altavilla.
“Zanzotto – sottolineano gli artisti – capta e illumina l’inferno dentro il quale siamo calati, eppure ostinatamente regge il fuoco di una speranza bambina. La sua intera opera rivela una natura complessa e cangiante, inafferrabile ma non oscura: il poeta del paesaggio, attraverso la visione della devastazione del paesaggio e la crisi del paesaggio interiore, della psiche e della lingua, afferra e connette le cause e gli effetti di un dolore che rende muti, ergendosi presto come forza civile e storica e persino metafisica”.
Da sempre Anagoor ha a cuore la relazione tra politica, lingua, ambiente naturale e paesaggio, portando in scena linguaggi diversi. La scena ospita un’evocazione dell’opera Wood #12 A Z, per gentile concessione di Francesco De Grandi.
(La foto di copertina è di Giulio Favotto)