
Sarà Leyla, la matriarca cieca di una tribù nomade, che consegna all’Occidente la sua nipote prediletta, Yusdra (Dalal Suleiman, napoletana di padre palestinese). Entrambe sono nate sotto una pianta di datteri, un destino che le indica quali custodi della biblioteca di famiglia. Un patrimonio antichissimo di pergamene e libri che le vecchie difendono fino alla morte. Pamela Villoresi è la protagonista dello spettacolo “Nata sotto una pianta di datteri”, liberamente tratto dal libro di Daniela Morelli “Yusdra e la città della Sapienza”, in scena nell’Arena di Pietrarsa il 18 e 19 giugno.
“E’ un lavoro sull’identità e sulla ricerca delle proprie radici – spiega l’attrice, reduce dalla partecipazione al film “La grande bellezza” – e vuole essere anche un omaggio al matriarcato del Mediterraneo alla saggezza delle donne del Sud che con sapienza hanno saputo essere fari per la loro gente”. Argomenti che studia e indaga da tempo. “Ultimamente ho scoperto un mondo nuovo, un universo femminile incredibile e mi sono appassionata alle culture di Iran, Irak, Turchia, Tunisia. Ho studiato l’arabo e lo canto”.
Dopo “Memorie di una schiava”, messo in scena al Ridotto del Mercadante di Napoli, spettacolo dall’indiscusso successo, tanto è vero che ha fatto una ricca tournée, la compagnia torna sui temi dell’Africa. “Il regista Gigi Di Luca e la mia amica Daniela Morelli hanno dato vita a un nuovo copione da cui è nato questo spettacolo”.
Su una scena semplice e stilizzata, nello stile di Di Luca, ci sono con una torre di ferro, un faro, una palma, pochi elementi che ricreano l’ambiente. Il sale che ricopre il palcoscenico indica l’antica sapienza.
Cultura e spettacolo, un binomio che la vede in prima linea. “Come tanti ho creduto nella possibilità che il Paese potesse emanciparsi dalle zavorre, e sono scesa in campo personalmente, ottenendo qualche risultato come consigliere comunale. La cultura è la nostra miniera, non va maltrattata né sprecata, bisogna piuttosto investire in questo settore nel quale non abbiamo rivali”. L’eredità artistica di cui è portatrice è grande: nel suo curriculum ci sono Gassmann, Manfredi, Loy, Strelher. Dice: “Sono stata fortunata a imparare da loro, ho avuto una formazione eccellente, che a mia volta vorrei trasferire ai giovani con i quali lavoro nei corsi che organizzo. Sento di dover fare da staffetta con le nuove generazioni”.