{xtypo_dropcap}E’{/xtypo_dropcap} la protagonista dello spettacolo I ponti di Madison County, tratto dal romanzo di Robert James Walzer, in scena al teatro Bellini di Napoli, con Ray Lovelock, Ruben Rigillo, Maria Grazia Laurini, Alessandro Marverti e la regia di Lorenzo Salveti.
Paola Quattrini, attrice di televisione, cinema teatro, veste i panni che nel film, diretto da Clint Eastwood furono di Meryl Streep. “Non mi sono ispirata a lei per interpretare Francesca. L’ho fatta mia e l’emozione è molto forte. La messinscena è cosa molto diversa da un film. innanzitutto è più vicina al libro, poi c’è la magia del teatro. Qui le lacrime, il sudore sono veri, gli spettatori li vedono e li condividono con i protagonisti”.
Che donna è la protagonista?
“Una gran donna. Ho ammirazione e passione per lei. L’incontro pazzesco che le capita in età matura pone forti dilemmi. Lei ha un marito, che ama di un amore calmo, dei figli che non può lasciare. Quando arriva l’uragano è smarrita. Ma è forte e responsabile e, alla fine, sa che cosa deve fare. ‘Ai figli ho dato la vita. – dice – Robert avrà il resto di me’. Il bello della storia è proprio questo: che non finisce lì, ma continua e va oltre”.
E’ una grande storia d’amore…
“Ma non solo. E’ un racconto che viene da lontano, è tutta la sua esistenza, fatta di scelte alcune difficili e importanti. Mettere al mondo dei figli è una responsabilità enorme. Ed è per sempre. Inutile credere che si possa tornare alla propria libertà, una volta che loro sono cresciuti. Non si smette mai di essere mamme. Francesca ama incondizionatamente e lascia amore. Non prova rancore o pentimento per la dolorosa decisione che ha preso, e la sua felicità fa bene anche agli altri.
Fra tanti, c’è un personaggio che preferisci?
“Tutti hanno un po’ di me, però direi che c’è una bella lotta tra Francesca, ‘Dora Valenti’ (che dà il titolo allo spettacolo di Garinei)e Blanche di ‘Un tram che si chiama desiderio’.
Hai cominciato a recitare fin da bambina, interpretato testi classici, moderni, drammi e commedie con i più grandi. Hai una preferenza?
“Senz’altro il teatro. Tanto che quando mi ricordano per un film o qualche altra interpretazione, mi stupisco sempre e so anche che la televisione dà popolarità, però io mi sento bene solo quando sono sul palcoscenico. Sento il calore della sala e sono felice. E questa gioia lo spettatore la coglie. Non dico che sono brava, ma che ho feeling con il pubblico, sì”.
Ti ritieni fortunata?
“Nella professione molto. Ma per la donna Paola non è stato sempre facile. Del resto non potrei esprimere un’umanità così profonda se non avessi provato sulla mia pelle dolori e delusioni. Però sono una che lotta, mi rimbocco le maniche e vado avanti. So che c’è speranza e che la vita può sorprendere”.
Oltre questa tournèe, quali altri progetti hai?
“Il primo è la messinscena di “Mamma ce n’è due sole” di Dany Laurent, una commedia francese, cucita su di me da Iaia Fiastri. Sarò a Roma al Manzoni con mia figlia Selvaggia. Di altri programmi non parlo. Ho anch’io una sorta di scaramanzia da rispettare. Però, alla prima in teatro porterò il viola”.
Con Napoli hai un bel rapporto.
“Amo gli uomini napoletani: sono dei signori. Le canzoni mi struggono. E’ una città viva e ho un amore da ricordare. Quanto al pubblico, mi preoccupa un po’, ma come tutte le cose difficili, mi stuzzica”.