Pablo Picasso, uno degli artisti più influenti del XX secolo, è al centro della mostra “Picasso, lo straniero” al Palazzo Reale di Milano, un’esposizione che racconta la sua vita, la sua arte e il suo complesso rapporto con la Francia, il paese che lo accolse ma dove si sentì spesso straniero.
IL PERCORSO ARTISTICO
Nato a Malaga, dimostrò fin da giovane un talento eccezionale, si trasferì per la prima volta a Parigi nel 1900, a soli 19 anni. Tuttavia, Picasso, pur trovando a Parigi la culla della sua creatività, mantenne sempre una certa distanza dal contesto sociale francese. Questa distanza non era solo culturale, ma anche politica. L’artista si trovò spesso in una posizione ambigua, specialmente durante i conflitti mondiali e il regime di Vichy. Quando la sua condizione di apolide lo rese un sorvegliato speciale agli occhi delle autorità francesi.
L’ESPERIENZA PARIGINA E IL SENTIRSI STRANIERO
La mostra al Palazzo Reale milanese mette in evidenza l’aspetto della sua alienazione nel contesto francese. Pur essendo uno dei protagonisti indiscussi della scena artistica, non ottenne mai la cittadinanza francese. Restò sempre uno straniero, un “étranger” in senso letterale e metaforico. Nonostante i suoi legami con il mondo artistico parigino, non smise mai di sentirsi legato alla sua terra natale, la Spagna, e al suo popolo. In particolare durante gli anni della guerra civile, che lo segnarono profondamente e lo portarono alla creazione di una delle sue opere più celebri, Guernica.
Il focus della mostra non è solo sull’esilio fisico e interiore di Picasso, ma è un invito a scoprire l’uomo e non solo il pittore. I curatori esplorano come questo senso di esclusione, di essere un eterno “altro”, abbia influenzato la sua arte. Questo suo distacco dal mondo che lo circondava, acuito dal sentirsi straniero in Francia, si riflette nelle sue opere, spesso intrise di drammaticità e di tensione.
IL PERCORSO DELLA MOSTRA
“Picasso, lo straniero” si sviluppa cronologicamente, a partire dagli anni giovanili in Spagna fino agli ultimi anni trascorsi in Francia. Esplorando in profondità i momenti cruciali della sua vita e carriera. Tra le opere esposte troviamo dipinti iconici, disegni e sculture che mostrano l’evoluzione del suo stile, ma anche lettere, fotografie e documenti, che illustrano il contesto storico e personale dell’artista.
Picasso non fu solo un innovatore artistico, ma anche un uomo impegnato politicamente, specie nei confronti della Spagna. Il suo sostegno durante la guerra civile spagnola, la sua adesione al Partito Comunista e il suo rifiuto di naturalizzarsi francese, sono tutti aspetti che dimostrano come la sua identità di estraneo fosse anche una scelta consapevole. Un rifiuto di conformarsi a un sistema politico, che non lo rappresentava.
L’esposizione sottolinea il ruolo di Guernica come testimonianza del dolore dell’esilio e della violenza della guerra. Il grande murale, dipinto nel 1937 dopo il bombardamento della città basca da parte dei nazisti, rimase fuori dalla Spagna fino alla fine della dittatura franchista, simbolo del rifiuto dell’autore di tornare in un paese sotto il giogo di una dittatura che non riconosceva come sua.
La mostra “Picasso, lo straniero” offre una prospettiva unica su un artista la cui fama è globale, ma la cui identità è sempre rimasta divisa. Picasso è stato un uomo in esilio. che trovò in Francia una patria temporanea, mai definitiva. L’esposizione invita i visitatori a riflettere sul significato di questa estraneità, e sull’impatto che questa ha avuto sul suo lavoro.
INFO
Visitabile fino al 2 febbraio 2025 – Biglietti: intero 15 € – ridotto 13 €
di Andrea Di Maso