Napoli e Francia a braccetto. Dall’intesa vincente tra un’artista campana e una francese, nasce “Pinocchio e la malìa di Partenope”, esposizione dedicata alla creatura di Collodi rivisitata in chiave partenopea. Pinocchio come Napoli quindi. “Il personaggio di Collodi, comunemente proiettato in un immaginario maschile dove l’unica donna è la Fata, incontra il secondo amore della sua vita: Napoli. Se ne rivaluta così una sensibilità innata, un bisogno di libertà, un animo toscano alle prese con ciò che cantò Caruso”.
Questo il senso della mostra presentata oggi presso il Maschio Angioino di Napoli alla presenza delle due protagoniste, la scultrice campana Patrizia Grieco, la pittrice francese Cécile Guicheteau, e di Michel Archimbaud. Proprio il critico francese ha fatto incontrare le due artiste in Cina ad una residenza d’artisti francesi a Tucheng. Ma sarà poi solo la visita della Guicheteau a Santa Tecla alla collezione dei libri di Pinocchio, da cui nascerà l’ispirazione per il progetto. “Cécile attraverso i miei libri ha scoperto un Pinocchio diverso da quello raccontato da Walt Disney. Mai passivo, che sbaglia ma impara diventando uomo”, racconta infatti la Grieco. La mostra, che ha debuttato a Collodi a fine agosto 2017, sarà visibile dal 22 maggio all’8 giugno presso l’istituto di cultura francese Grenoble di Napoli, e presenta ai suoi visitatori 11 dipinti, circa 40 schizzi, 60 piccole sculture in ceramica, due in metallo e una cartella di 5 incisioni.
Il viaggio delle due artiste continuerà poi a Fukoka, in Giappone, nell’ottobre 2018. La grande novità, annunciata dallo stesso Archimbaud, è che “il Centro nazionale di arte e cultura Pompidou di Parigi ha già acquistato due delle opere delle artiste e nel 2021 è prevista una loro esposizione”. Un connubio quindi, quello campano-francese, che dà ulteriore lustro alla città di Napoli, come sottolineato dall’assessore comunale alla Cultura Nino Daniele: “Napoli resta una città capace di essere fonte di ispirazione di grandi artisti. In questo caso, si è estrapolata la napoletanità in Pinocchio, personaggio nato dalla penna di un toscano”.
Danila Liguori