Preghiera per Černobyl’, dramma e senso di morte

Anita B.Monti

Insignita nel 2015 del premio Nobel per la letteratura, Svetlana Aleksievic, giornalista sul campo, scrittrice, ha raccontato le vicende, i sentimenti di uomini, donne e bambini nei suoi tanti reportage. La sua terra, la Russia, le ha certo dato modo di attingere a un ricco materiale, tanto da pubblicare numerosi titoli, oggi raccolti e tradotti anche in italiano nell’opera omnia Guerre e Tornare al cuore dell’uomo. Così recita la motivazione del Nobel: “Per i suoi scritti polifonici, un monumento alla sofferenza ed al coraggio nel nostro tempo”.

Da questo intenso materiale, il regista Massimo Luconi ha tratto lo spettacolo Preghiera per Černobyl’ (titolo originale del libro), affidando a due grandi interpreti i ruoli dei protagonisti. Mascia Musy e Francesco Argirò saranno in scena il 17 e 18 maggio 2023 al teatro Galleria Toledo di Napoli.

La messinscena non vuole essere semplicemente il racconto del disastro nucleare del 1986, ma la decadenza sociale, la fine delle speranze di un mondo, che sembra andare a rotoli. Una storia tanto potente e forte da non aver bisogno di grandi sostegni o orpelli.

Il “liquidatore”, uno dei vigili del fuoco, che accorsero al momento dello scoppio, vive profondamente la delusione delle ideologie, delle speranze. Sostenuto dalla moglie che gli è accanto e ne vive il dolore e il dramma. Dramma di un intero popolo, che sente addosso il senso di morte.

Non si vedeva la morte, non si toccava, non aveva odore. – scrive Svetlana Aleksievic – Mancavano persino le parole per raccontare della gente che aveva paura dell’acqua, della terra, dei fiori, degli alberi. Perché niente di simile era accaduto prima. Le cose erano le stesse, i fiori avevano la solita forma, il solito odore, eppure potevano uccidere”.

Le musiche sono di Mirio Cosottini e i costumi di Aurora Diamanti, sulla scena minimalista ideata dal regista.

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