
Dopo Enzo Moscato, Isa Danieli, Fausto Paravidino, Fausto Russo Alesi, Compagnia Elicantropo, Michele De Lucia, Sindaco di Positano, Spiro Scimone, Peppino Mazzotta, la giuria di esperti ha assegnato a Leopoldo Mastelloni per la carriera il Premio Annibale Ruccello 2013. Il riconoscimento sarà consegnato all’artista a Positano il 5 agosto, nell’ambito dell’annuale Festival teatrale. L’opera dell’artista Paolo Sandulli, è ispirata dai ritratti di Beatrice ed Eleonora d’Aragona, realizzati da Francesco Laurana nella seconda metà del Quattrocento.
Leopoldo Mastelloni, artista poliedrico, cantante, attore, provocatore, spesso scomodo, ha regalato in cinquant’anni di attività personaggi ed interpretazioni che non si dimenticano. Dalla personalissima So’ bambinella ‘e ‘ncoppa ‘e quartieri di Raffaele Viviani, alle messinscene delle sue Carnalità, Mastellonimania, Cammurriata, interpretando a suo modo una napoletanità fatta di tradizione e novità, di trasgressione e dramma.
Ma la sua attività, che lo ha visto alla fine degli Anni Sessanta protagonista proprio nella bella cittadina della Costiera, non si ispira e non si limita solo alla terra natale. Dopo il debutto come attore al Teatro Esse di Napoli, dove affronta i testi di Antonin Artaud, Jean Genet, Hugo von Hofmannsthal, viene notato dal regista televisivo Antonello Falqui che agli inizi degli anni ’70 lo vuole nel varietà Bambole non c’è una lira accanto a Cristian De Sica, Loredana Bertè, Pippo Franco ed Isabella Biagini. Gira l’Italia con diversi spettacoli, incide dischi, lavora in televisione e al cinema con diversi registi, tra i quali Giancarlo Cobelli e Giuseppe Patroni Griffi, sodalizio che nasce nel 1975 al Festival dei Due Mondi di Spoleto con “Napoli chi resta e chi parte”. Poi musica, tv, talk show.
Leopoldo Mastelloni, sul palco del Teatro Giardino, sarà protagonista dello spettacolo Moonlight Serenate. “Basta guardare per un attimo indietro, – dichiara – negli annali artistici, per rendersi conto di questa grande madre d’arte che si chiama Positano, dove torno volentieri appena mi si presenta l’occasione per dirle: grazie di avermi dato il coraggio di osare, di far nascere e credere nella mia espressività artistica che ancora oggi, trova grande riscontro dovunque io sia con il mio lavoro d’artista”.
La motivazione
Per aver offerto all’immaginario di questo Paese un profilo umano ed artistico originale e poliedrico, unico a sintetizzare – con audacia sfrontata e raffinato gusto di flaneur – la sensuale malinconia meridionale di Peppino Patroni Griffi e la magia incomparabile di Eduardo, l’umore splenetico di Edith e lo sberleffo irriverente di Marlene, trasformando l’inesauribile galleria del nostro cuore e della nostra memoria, in un repertorio sempre vivo e privo di frontiere, privo di generi, privo di qualsiasi reticenza, silenzio o vana resistenza.