Processo a teatro

Redazione

Un momento dallo spettacolo

Per la prima volta a teatro va in scena Il caso Braibanti di Massimiliano Palmese. Dal 20 al 25 marzo al teatro Nuovo di Napoli (Sala Assoli), la storia di un vero processo diventa uno spettacolo. E’ quello cui fu sottoposto nel 1968 Aldo Braibanti, ex-partigiano torturato dai nazifascisti, comunista e omosessuale, artista, poeta, appassionato di filosofia e studioso della vita delle formiche, accusato di plagio ai danni del suo giovane amante Giovanni Sanfratello. In scena, Fabio Bussotti e Mauro Conte, nei panni dei due protagonisti, danno voce anche a tutti gli altri personaggi della vicenda, mentre le musiche sono di Mauro Verrone, eseguite dal vivo da Stefano Russo, per la regia di Giuseppe Marini.

Poco o niente c’è nel testo teatrale che non provenga direttamente dagli atti del processo, – spiega l’autore – o da articoli di giornale con interviste ai protagonisti o commenti che intellettuali ed artisti hanno riservato alla discussa sentenza. Le lettere di Braibanti alla madre sono originali, e la poesia finale è dell’autore. Questa volta non ho voluto inventare: mi sembrava che si dovesse trovare solo il giusto tono, un equilibrio tra satira di costume e dramma psicologico, per tenere insieme le parole degli avvocati – così violente – insieme alle loro tesi – così ridicole. Sono a tratti divertenti gli interrogatori e le arringhe, mentre sono agghiaccianti le dichiarazioni omofobiche dei cosiddetti periti. Per non parlare delle cartelle cliniche firmate dagli specialisti in malattie nervose delle cliniche dove fu rinchiuso il giovane Giovanni Sanfratello”.

 

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