Un film rivoluzionario costruito per il pubblico, in cui è la macchina da presa che fa da protagonista
“Bisogna progettare il film come Shakespeare costruiva le sue commedie: per il pubblico”. E’ con queste parole che Alfred Hitchcock, il maestro della suspense, risponde a François Truffaut, regista della Nouvelle Vague, parlando di Psyco durante un’intervista del ’62 (ricostruita successivamente nel libro dello stesso Truffaut, Il cinema secondo Hitchcock). Non a caso, Psyco è l’esempio lampante di lungometraggio realizzato con il fine esclusivo di ottenere un effetto emozionale sul pubblico. La trama è la seguente: una giovane donna, Marion (nel film Janet Leigh), fugge in auto da Phoenix con quarantamila dollari, che avrebbe dovuto depositare in banca su commissione del suo datore di lavoro; di notte decide di fermarsi in un motel isolato, il cui padrone, Norman Bates (nel film Anthony Perkins), si confida con lei e le parla della sua vecchia madre, che adora ma con la quale è difficile vivere. Marion si ritira da sola nella sua camera. E’ a questo punto che si arriva alla famosissima scena dell’omicidio sotto la doccia (scena della durata di quarantacinque secondi, che ha richiesto ben sette giorni di riprese e circa settanta inquadrature), durante la quale Marion viene uccisa, pare da un’anziana signora, con una serie di coltellate. Tale momento costituisce per lo spettatore una sorpresa assoluta, risultato che il regista raggiunge dilatando la prima parte della storia, in modo da distogliere l’attenzione del pubblico da quello che sarà un evento del tutto inaspettato e che porterà il film a prendere una piega completamente nuova. Fino alla fine, inoltre, Hitchcock cercherà di depistare e ingannare lo spettatore, anche attraverso sapienti movimenti della macchina da presa.
Se inizialmente i critici americani hanno demolito Psyco denunciandone la vacuità del soggetto, oggi, invece, sono unanimi nell’annoverarlo tra i classici. E non poteva esserci sorte diversa per il film, tra i più imitati della storia, che, con il suo essere rivoluzionario, ha dato il via a un vero e proprio filone di assassini psicopatici. Una pellicola capace ancora oggi di suscitare tensione e paura, così come il grande maestro avrebbe voluto.
Chiara Ricci
PSYCO
REGIA: ALFRED HITCHCOCK
SCENEGGIATURA: JOSEF STEFANO
CON: JANET LEIGH, ANTHONY PERKINS, JOHN GAVIN, VERA MILES, MARTIN BALSAM
THRILLER USA-1960
CURIOSITA’
1) La pellicola fu girata con un budget di 800.000 dollari e
ne incassò ben 40 milioni: per le riprese, il regista s’avvalse
della troupe della nota serie televisiva Alfred Hitchcock presenta.
2) All’inizio del film, Hitchcock fa la sua breve e consueta apparizione sul marciapiede davanti alla società dove lavora la protagonista Marion Crane.
3) Far morire la protagonista dopo 40’ minuti di film costituì un’innovativa infrazione a tutte le convenzioni del racconto filmico. Pertanto, per mantenere l’effetto sorpresa, il regista fece vietare, al pubblico e alla critica, l’ingresso in sala dopo l’inizio del film.
4) Psyco fu il primo film nella storia del cinema nel quale appare un Wc di cui, tra l’altro, viene azionato lo scarico.
5) La pellicola fu intenzionalmente realizzata in bianco e nero per evitare che fosse troppo cruenta: per rendere l’idea del sangue venne impiegato del cioccolato fuso.
6) Una piccola parte fu affidata anche alla figlia del regista, Patricia Hitchcock, che nel film riveste i panni della collega di Marion.